di Marcello Buttazzo –

Sabato pomeriggio, quattro attivisti di Ultima generazione hanno versato carbone vegetale diluito in acqua nella Fontana dei Quattro Fiumi in piazza Navona, a Roma. I giovani ambientalisti aderiscono alla campagna “Non paghiamo il fossile” e con queste iniziative estreme e pericolose ritengono di sensibilizzare sulla critica questione ambientale. La loro ultima performance nella Fontana di piazza Navona poteva essere deleteria. I vigili dell’Acea sono intervenuti prontamente per evitare che la polvere disciolta nel liquido penetrasse nelle porosità del travertino. A questo punto, gli attivisti di Ultima generazione dovrebbero cambiare modalità di contestazione, magari impiegando procedure meno invasive, meno azzardate, più rispettose. I ragazzi e le ragazze ambientaliste sono fautori di campagne giuste. Si dice, da anni e anni, che l’era dei combustibili fossili ormai sia a termine. Si sa che i combustibili fossili hanno modificato l’equilibrio chimico-fisico dell’ecosistema Terra. Eppure tanti governi (compreso l’esecutivo Meloni) sono ancora ancorati alla vecchia e tramontata era. Fra le altre cose, ciò che sconcerta è l’atteggiamento negazionista di diversi opinionisti e giornalisti di destra, i quali sostengono che le perturbazioni climatiche, le alluvioni, la siccità, siano frutto della casualità. Nei salotti televisivi di prima e seconda serata, gli attivisti di Ultima generazione vengono irrisi dai negazionisti del mutamento climatico. Dovremmo, invece, cambiare atteggiamento culturale, ammettendo che la comunità scientifica internazionale è coesa sulla questione, dal momento che gli sconvolgimenti dovuti alla prepotente mano antropica dell’uomo sono pienamente certificati, sotto gli occhi di tutti. Né serviranno le misure agognate dal ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, che ha chiesto al Parlamento di approvare al più presto una norma contro gli “eco-vandali”. La criminalizzazione non basta a risolvere un’antica e insoluta controversia. 

Marcello Buttazzo