di Marcello Buttazzo –

È sufficiente navigare sui social, oppure seguire le gesta dialettiche di personaggi dello spettacolo in qualche programma televisivo pomeridiano o serale, per accorgersi che, in tempi di emergenza sanitaria, c’è un proliferare di opinionisti, che s’intendono di “virologia”, di “microbiologia”, di “farmacologia”. La “competenza” surrettizia e fittizia riguarda, ovviamente, ogni latitudine del pianeta terra. In America, ad esempio, l’ex sindaco della Grande Mela, Rudy Giuliani, implicato nello scandalo ucraino, storico avvocato personale di Donald Trump, per molto tempo, era riuscito a convincere il presidente degli Stati Uniti che l’epidemia da coronavirus fosse nient’altro che una forma poco pericolosa d’influenza. Ultimamente, il “farmacologo” Giuliani, esperto in manovre oscure e opache, sta tentando di convincere il buon stramiliardario sfondato Donald che, per combattere il Covid-19, sia indispensabile usare l’idrossiclorochina, un farmaco antimalarico: “Proviamolo, che cosa abbiamo da perdere? Ci può far salvare tante vite”. I medici e gli scienziati, però, fanno notare che il composto chimico, non ancora approvato, può causare danni collaterali gravi ad alcune categorie di malati. Gli inverosimili “farmacologi” di noi altri sono ancora più censurabili se magari non sono solo degli sprovveduti, ma sono anche dei furboni mossi da enormi interessi e da commistioni con alcune lobby di medicina alternativa. 

Marcello Buttazzo