di Marcello Buttazzo –

L’ex centrista Eugenia Roccella, in passato sottosegretaria al Welfare e alla Salute, già portavoce del Family Day nel 2007, è stata eletta nelle liste di Fratelli d’Italia. Ha trasmigrato a lungo, la deputata cattolica e integralista, fra i banchi del centrodestra, prima d’approdare fra le fila rassicuranti e vincenti della “pasionaria” Giorgia. Roccella con malcelata arroganza sostiene: “La questione antropologica non è mai stata capita dalla sinistra”. Vedremo, relativamente alla difesa dell’uomo, con che piglio e con che animo il suo schieramento di centrodestra saprà affrontare le tematiche eticamente sensibili e le grandi questioni popolazionistiche.  Ripete, senza alcuna originalità la Roccella, un’asserzione nota, stranota: “Noi siamo conservatori, e vogliamo conservare. Per esempio, il fatto che i figli nascono dalla relazione fra un uomo e una donna. Vogliamo distruggere tutto questo?”.  Mette le mani avanti, la deputata, e prospetta tempi duri, con questo prossimo governo delle destre, per le coppie omosessuali. Non ci saranno adozioni, né legge di civiltà contro l’omotrasfobia. Inoltre, secondo la deputata ipercattolica, la polemica, in campagna elettorale, di Enrico Letta sull’aborto “è stata puramente strumentale”. Eugenia Roccella, di fatti, è convinta che nella Regione Marche il governatore di Fratelli d’Italia non ostacoli affatto la diffusione della pillola abortiva Ru 486 nei consultori. Solo lei, è persuasa di ciò. La deputata destrorsa si propone di restituire prestigio alla politica e afferma: “La verità è che la maternità è ostacolata in mille modi”. Il pensiero dominante alla base della cultura confessionale di Eugenia Roccella è che “l’aborto è un omicidio”. Quante volte lo abbiamo sentito dire da lei e dai suoi sodali. Quante volte l’ha scritto. E per quanto concerne la “maternità ostacolata”, per altri versi, lei di certo non ritiene che gli obiettori di coscienza (presenti in massa negli ospedali e nelle altre strutture) non osteggino in qualche modo (spesso solo per interessi di carriera) il ricorso all’interruzione volontaria di gravidanza.

Marcello Buttazzo