di Marcello Buttazzo –

L’omofobia è una iattura, una sciagura totale, una brutta bestia. Epperò, rincuora una notizia di questi giorni. Danilo Giuffrida, 15 anni fa, si vide negare da un funzionario della Motorizzazione civile la patente di guida perché omosessuale, pur avendo superato positivamente tutti gli esami. Ora, dopo tanti anni, dopo quattro processi, e la Cassazione, la Corte d’Appello ha deciso di condannare i ministeri di Difesa e Trasporti, che dovranno versare all’uomo 100 mila euro di risarcimento danni. I giudici civili di Palermo non hanno solo sanato un torto madornale e volgare, ma hanno altresì fissato un principio fondamentale: “L’identità sessuale è da ascrivere al diritto costituzionale inviolabile della persona”. E, parimenti, comprendiamo da questo caso emblematico ed eclatante quanto la strada dei diritti sia lastricata, a volte, da buoni propositi e da cattivi intendimenti. Intendiamo dire che, da anni, il Parlamento italiano indugia e tergiversa, ma non riesce mai a formulare una opportuna legge contro l’omofobia e contro la transfobia. Auguriamoci che i nuovi politici eletti abbiano il coraggio e la buona fede per incamminarsi sulla strada maestra dei diritti civili, da rispettare sempre.