di Marcello Buttazzo –

In questo tempo opulento e obeso, può succedere che 7 migranti muoiano di stenti in mare senza ricevere alcun soccorso. Figli della guerra e dei campi profughi, gente senza alcuna speranza di poter tornare nella propria terra insanguinata da un conflitto infinito e fratricida. Quattro bambini piccoli sono deceduti; erano a bordo di due diverse imbarcazioni. Una barca è giunta a Pozzallo. “Sono morti di sete, fame e gravi ustioni. Questo è inaccettabile”, ha scritto su Twitter Chiara Cardoletti, rappresentante dell’Alto Commissariato Onu per i rifugiati. È evidente che l’Europa, sulle politiche migratorie, sia gravemente latitante, se non addirittura assente. Chi pagherà per questa chiara omissione di soccorso? Da Atene a Roma, passando per Malta, s’assiste al rimpallo delle responsabilità, al poco decoroso scaricabarile. Soprattutto, Malta non è intenzionata a sottoscrivere accordi vincolanti. Malta non ha alcuna voglia di gestire situazioni d’emergenza. La politica italiana, in fervente campagna elettorale, invece di paventare inverecondi blocchi navali o altre improponibili e misere trovate, farebbe bene a battersi, già da adesso, per rafforzare i soccorsi in mare. Un programma da sposare (da destra a sinistra) trova significanza nelle parole di Andrea Iacomini, portavoce di Unicef Italia: “La classe politica, tutta, deve dire nettamente che i bambini e le bambine non possono morire in mare”. I vari partiti nostrani lascino perdere la propaganda strumentale e si concentrino sulle dolenti tragedie di questa contemporaneità. 

Marcello Buttazzo