di Marcello Buttazzo –

Una società moderna, di uomini assennati, di donne libere, non può minimamente tollerare la iattura del razzismo. Menin Hubert Don, 26enne studente di Bioingegneria all’Università di Pavia, italiano di origini ivoriane, aveva cercato di ottenere una stanza in affitto. Ma i proprietari d’una abitazione hanno rifiutato la sua richiesta. Il giovane “non aveva” tutti i requisiti a disposizione per ambire ad ottenere una stanza. Menim Hubert Don è di colore. Queste sono le imperdonabili vergogne, che andrebbero in qualche modo sanzionate. Queste sono le ignominie gravi e grossolane da cui tutti dovremmo prendere le distanze. In che modo? Ovviamente, dapprima per via persuasiva e comportamentale, perché il medium della cultura è il più idoneo strumento per diffondere virgulti di sapere, di comprensione, di rispetto per tutte le alterità. Dovremmo stare attenti ai concetti e ai messaggi profusi. In specie i politici dovrebbero essere più accorti nelle loro smanie propagandistiche. Da tempo, alcuni esponenti delle istituzioni evocano con allarmismo lo spettro della cosiddetta “sostituzione etnica”. Evidentemente, fra i fautori di “dio, patria e famiglia” c’è chi teme più d’ogni cosa gli esseri umani di colore e di religione diversa da quella cristiana. Qualcuno dovrebbe spiegare loro che i movimenti delle popolazioni sono esistiti fin dalla notte dei tempi. La nostra civiltà europea proviene dalla calda mamma Africa. Il lussureggiamento degli ibridi è un dogma assoluto della biologia delle popolazioni umane. Le genti si muovono, s’incontrano, si mischiano, si contaminano. Solo i poveri di spirito, paladini d’una cultura fiacca, possono parlare di “sostituzione etnica”.

Marcello Buttazzo