di Marcello Buttazzo –

Ho letto con interesse su “La Gazzetta del Mezzogiorno” (nelle pagine leccesi) l’articolo di Toti Bellone: “L’ultimo Madonnaro in scena ancora in piazza ogni sera”. Luigi Del Medico, 67 anni di Monopoli, è stato presente alla festa di Sant’Oronzo, patrono della città salentina. Luigi è uno degli ultimi Madonnari in Puglia. I Madonnari possono essere considerati gli antesignani degli artisti di strada. La città di Lecce è molto attenta al decoro urba no, senza però che esso sia escludente e discriminante. Traversando attualmente il corso si possono incontrare, tra l’altro, bancarelle di persone autoctone e di varie etnie, che danno calore e colore ai nostri pallidi visi. Personalmente ricordo con infinito piacere le passeggiate che facevo su e giù per il corso, una quindicina d’anni fa, nel 2007, 2008. A quel tempo le stradine pullulavano di artisti di strada e di venditori di piccole cose. Nel 2008, a Porta Rudiae, trovavo l’indiano meditabondo al suo banchetto di preziose cianfrusaglie. I giovani artisti s’accendevano l’ultima sigaretta. L’amore stremato strappava raggi di sole al giorno e cantava nenie all’antica solitudine. Laura, occhi acquarello, madonna solitaria, Caravaggio sulla luna, dipingeva accovacciata vicino le chiese. L’artista barbuto cantava un De André d’amore e di lotta. Laura inseguiva chimere e l’amore di sempre. San Giovannino e l’ariete d’un dolce novembre. Inoltre, al banchetto della LAV, Chiara raccoglieva firme con indelebile inchiostro d’amore. Nei suoi capelli ondulati, profumo di gelsomino. Le sue cosce, una sinfonia di violini. Le sue gambe rosa avrei voluto mangiare come pane domenicale. Sam offriva ai passanti canestri di gioie. Pietruzza azzurrognola lo spazio d’un incontro, d’un saluto. La mattina profumava di timo. Sam aveva gli occhi luminosi d’un cielo nostalgico. Un Cristo nero respirava il giorno con ali armoniche di sogno. I fiori del Senegal lo aspettavano per nuove primavere. All’ angolo del Duomo, verso la fine del 2018, ho visto un altro amico mulinare sogni e gialli birilli. Coperto di stracci, acciuffava al volo le anime erranti e ne faceva polvere di stelle. A una fanciulla ebbra di sole, strappò il cuore, lo fece a pezzi e lo donò a ragazze e a ragazzi innamorati. Il mio amico era tornato su selciati probabili, il suo grosso cane nero salutava i passanti. Gli artisti di strada sono compagni di viaggio, sono anime pure, morbide. Loro amano la strada, perché la vita vera è sulla strada. La vita vera è strada. 

Marcello Buttazzo