di Marcello Buttazzo –

Vita di mille evenienze, di centomila turbolenze. Vita silenziosa, taciuta, ai margini del mondo. Esistenza vissuta con il rossore nel cuore, con l’anima amaranto, con la gioia e il dolore, con le cadute, con le risalite. Vita dei mille batticuori, dei centomila stupori. Il cuore fanciullo ha sempre una ragione intima e inerente per rapportarsi al mondo. Il cuore fanciullo è un compagno formidabile e unico per interpretare la filosofia dell’esistente. Ritengo che sia giunta l’ora dell’impegno radicale. Continuare a fare delle scelte radicali, senza punire eccessivamente se stessi, la propria coscienza. Decidere, giorno dopo giorno, il percorso da seguire. Il proprio impegno non può essere strutturale ad un progetto preciso, inalterabile, ma solo funzionale agli eventi, al mutar d’accadimenti: una risposta immediata agli stimoli ambientali, che sono mutevoli, accidentali. Senza punire se stessi, bisogna continuare a fare scelte radicali, agire la propria vita, senza essere agiti e violati da essa. Tante inutili e inconsistenti sovrastrutture cadranno, sotto i colpi d’un impegno radicale, per un riscatto e una completa riabilitazione di se stessi. Riscattarsi agli occhi di se stessi, e basta. Riscattarsi agli occhi degli altri è un’assurda pretesa, perché è umanamente impossibile entrare nelle mille patologie altrui. E anche se ciò fosse possibile, personalmente non ho alcuna voglia di perdere il mio tempo.

                           Marcello Buttazzo