di Luigi Mangia –


Sono sinceramente contento di avere in giunta, nella Regione Puglia, Massimo Bray come Assessore alla Cultura perché non gli mancherà la convinzione di agire nello spirito della Costituzione, a cui lo studioso, direttore della “Treccani”, ha dedicato un volume di studio.
Nel libro, spazio di approfondimento è riservato all’articolo 9 sulla tutela del paesaggio e la promozione della scienza.

La crisi, causata dal Coronavirus, che stiamo attraversando, ha messo in evidenza il Noi malato che dobbiamo guarire anche con la politica culturale. L’origine della malattia nasce dalla rottura dell’uomo rispetto alla natura. La cultura ha le idee, le parole, le leve per sollevare l’uomo e portarlo verso un orizzonte di equilibrio, necessario per una socialità felice. La natura si salva con la cultura, abbiamo bisogno di essere capaci di metamorfosi: come i fiori, come le piante.
Le piante insegnano a non avere fretta, ad avere pazienza, ad aspettare, ad avere fiducia del fiore che diventerà frutto dopo aver donato il suo profumo. Mettere le mani nelle foglie, serve per conoscere la vita e scoprire i segreti della storia. La natura, rispetto ai poeti, ha il vantaggio di non avere la fatica di cercare le parole. La poesia però ha l’entusiasmo della creatività. I poeti il compito di riempire i vuoti dell’anima e di educare il pensiero a godere della bellezza e delle meraviglie dell’arte.
È la natura ad offrire la metamorfosi della cura della malattia del Noi.
La solitudine, il malessere, la paura dell’Altro, le difficoltà di vincere e superare il proprio Se e aprirsi al pensiero sociale si impara nei teatri, nei musei, nelle biblioteche, nelle scuole perché si guarisce proprio con la cultura.

La cultura è lotta e resistenza contro tutte le crisi, infatti ha vinto tutte le guerre. Nella cultura mi aspetto continuità per portare avanti il modello di successo dell’assessore uscente Loredana Capone, magari facendo di più, lavorando con impegno per avere più risorse utilizzando i finanziamenti dei recovery plan (209 miliardi) dell’Europa. È un’occasione questa, che il Sud non può perdere e soprattutto non può non lavorare per cancellare e superare tutti i ritardi che allontanano il Sud dal Nord in particolare dalle grandi città ricche di patrimonio storico dell’arte e dei grandi teatri. In questa lotta ci vuole un uomo di esperienza e soprattutto un intellettuale con la forza di imporre un modello di Paese capace di realizzare tutte le risorse culturali che fanno parte della nostra storia.

Con stima,
Gigi Mangia