Legge 40, tra pasticci giuridici e vane pretese
di Marcello Buttazzo –
Ma era necessario sprecare tanto tempo e tante risorse pubbliche per tentare di approvare una legge, che è un pasticcio giuridico? In commissione Giustizia, è arrivato il primo via libera alla possibilità d’una normativa che sancisca il “reato universale” per la maternità surrogata. Ora, la restrittiva legge 40 sulla procreazione medicalmente assistita già vieta rigorosamente in Italia il ricorso al cosiddetto “utero in affitto”. Secondo illustri giuristi, l’intento del governo Meloni di estendere il reato a tutti i paesi del mondo è una strada impraticabile, è una vana pretesa. Secondo l’avvocatessa Filomena Gallo dell’Associazione Luca Coscioni, che di diritto s’intende di più rispetto a Eugenia Roccella, “una norma di questo tipo è giuridicamente inapplicabile e verrebbe subito impugnata perché ignora il principio della doppia incriminazione, che è alla base del diritto”. Ciò che si deve notare con mestizia, sulle questioni eticamente sensibili, è l’ambiguità del Pd. Il radicale di +Europa, Riccardo Magi, in commissione Giustizia, aveva presentato due emendamenti, che eliminavano la pena del carcere, mantenendo la multa, e prevedevano la depenalizzazione del reato riducendolo a reato amministrativo. Su questi due emendamenti il Partito democratico ha votato contro, ha votato con la maggioranza. Ahimè, se questo è il Pd, che non sa nemmeno svincolarsi dalla propaganda bioetica di questo governo!
Marcello Buttazzo
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