di Marcello Buttazzo –

Nelle nostre scuole manca da sempre l’insegnamento dell’educazione sessuale. Eppure, i giovani e anche i giovanissimi potrebbero trarre giovamento dall’apprendere notazioni fondamentali sul corpo e sullo spirito. Conoscere meglio se stessi è un percorso, una ricerca filosofica e ontologica, che ci consente di andare alla radice di tante questioni. Colpevolmente, in questi anni, tanti politici si sono disinteressati di questa tematica dirimente, che andrebbe affrontata con coscienza. A tal proposito, ho letto su “Il Fatto Quotidiano” (lunedì 30 ottobre) la critica argomentata e razionale che la giornalista Veronica Gentili ha rivolto al deputato leghista Rossano Sasso. Il Movimento 5 Stelle ha avanzato un emendamento al ddl contro la violenza sulle donne, che propone di introdurre l’educazione sessuale fin dalla scuola materna. L’esponente del Carroccio ha definito questa idea una “nefandezza” e, tra le altre cose, ha aggiunto: “Se il Pd, le sinistre e i 5 Stelle intendono fare educazione sessuale liberi di farlo nelle loro sedi di partito”.  L’intendimento del Movimento 5 Stelle, verosimilmente, è quello di intervenire per via culturale, insegnando fin dalle giovanissime età i rudimenti dell’educazione affettiva, sessuale e sentimentale. Sconcertano le parole grossolane di Rossano Sasso: “È sinonimo di degrado pensare di insegnare l’educazione sessuale a un bambino di 6 anni”. Purtroppo, le destre conservatrici sanno praticare solo asfittiche e propagandistiche misure securitarie, e con il medium conoscitivo hanno scarsa dimestichezza.

Marcello Buttazzo