di Marcello Buttazzo –

È veramente avvilente certo atteggiamento politico, che si serve della cultura cristiana e dei suoi simboli solo per fini biecamente elettorali. L’ineffabile vicepremier Matteo Salvini è tornato ad agitare come una clava da combattimento e per consensi il rosario, nel comizio milanese di sabato 18 maggio. È stato giustamente criticato aspramente dall’universo cattolico per questo suo comportamento scriteriato. “L’Avvenire”, giornale dei vescovi, ha ricordato: “Col rosario si prega, non si fanno i comizi”. “Famiglia Cristiana”, molto duramente, al cospetto del rosario brandito da Salvini e dei fischi della plaudente folla leghista a papa Francesco, ha parlato di “sovranismo feticista”. E, in effetti, la assurda propaganda dal fiato corto ha bisogno di strumentalizzare anche la religione per giustificare la violazione sistematica nel nostro Paese dei diritti umani. Salvini dovrebbe capire che, con i suoi gesti inopportuni, ferisce e umilia la coscienza cristiana. Lui è talmente sicuro, nella sua rinsaldata prosopopea, che è perfino convinto d’essere un buon cristiano. Ma che cristiano è colui che chiude i porti, che redige testi Sicurezza per punire i clandestini, che minaccia reiteratamente l’uso delle ruspe contro i campi rom? Che cristiano è colui, che ostenta Vangelo e rosario, mentre le navi cariche di disperati e di povere vite umane vengono respinte? È sufficiente mostrare in pubblico e baciare simboli religiosi cristiani per essere salvi e per avere la coscienza a posto? 
Marcello Buttazzo