di Marcello Buttazzo –

I potenti del mondo (americani, russi, cinesi, in testa), incapaci di siglare accordi strettamente vincolanti nei periodici summit sul clima, dovrebbero seguire la lezione morale esemplare dei giovani della terra. A Sharm el- Sheikh gli attivisti ragazzini hanno dimostrato che ci si può battere alacremente per una causa comune, per decongestionare l’ecosistema Terra, avvelenato dalla prepotente mano antropica dell’uomo. Elisabeth Wathuti, 20enne attivista kenyana, fondatrice della Green Generation Initiative, ha affermato: ”Giovani di Paesi ricchi e di nazioni povere sono capaci di lavorare e marciare insieme. Perché i capi di stato e di governo, invece, non riescono a mettere da parte le loro differenze per una causa comune?”. Dovremmo capire, una volta per tutte, che le risorse naturali sono a termine e che occorre essere parsimoniosi, sposando una economia ambientale sostenibile. I potentati politici ed economici dell’Occidente dovrebbero ricorrere a politiche riparative, cercando in qualche modo di risarcire i Paesi più poveri a Sud del mondo, da sempre depredati dalla nostra pseudocultura rapinosa e spoliativa.