di Marcello Buttazzo –

Il ministro per i rapporti con il Parlamento Luca Ciriani difende strenuamente le politiche migratorie del poderoso governo Meloni. È convinto, il ministro, che il suo esecutivo si stia comportando perfettamente e che le navi Ong siano scellerate. È talmente pieno di certezze il deputato di Fratelli d’Italia, che con malcelata baldanza e arroganza ha affermato: “Su rave party, ergastolo ostativo e migranti abbiamo fatto le scelte molto nette che il nostro elettorato si aspettava. Se a qualcuno dispiace, non so cosa farci”. Eppure, qualcosa potrebbe fare questo governo destrorso. Magari cominciando a ritirare uno sconclusionato decreto, che criminalizza i giovani (e non solo). Sui  povericristi che vengono dal mare, non si sa cosa sperare, visto che la pseudocultura securitaria dei politici, attenti soprattutto all’ordine pubblico ( latitanti sulle questioni culturali e sociali), è quella che è. E non cambia. Comunque, Ciriani e i suoi sodali la finissero di blaterare sul concetto di “bene comune”.  Sarebbe il caso se il ministro per i rapporti con il Parlamento e i suoi “compagni” pensassero anche a tutta la comunità. E non solo alla loro parte politica. 

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Italia, Malta, Grecia e Cipro, richiamano all’ordine la Francia di Macron sugli “arrivi irregolari”. La ministra degli Esteri francese Catherine Colonna recisamente ha affermato: “È una fortissima delusione l’Italia non rispetta né il diritto internazionale, né il diritto marittimo”. A sentire il ministro dell’Interno Piantedosi, Salvini,  e la “pasionaria” Giorgia la responsabilità dell’emergenza popolazionistica nel Mediterraneo sarebbe dovuta alle Ong, tanto che l’esecutivo si appresta ad approntare (come è nel suo stile “culturale”) strette securitarie nei confronti delle navi umanitarie, come sanzioni e sequestri di scafi. Evidentemente, per questi politici altolocati, la “colpa” imperdonabile delle Ong è quella di salvare vite umane. A questo punto, forse, la presidente Giorgia Meloni e i rappresentanti istituzionali europei dovrebbero fare un salto, per l’innanzi, linguistico. Considerare che non esistono clandestini, ma solo uomini, donne, bambini, in fuga, che scappano dalle guerre, dalle persecuzioni etniche, dalle devastazioni ambientali, dalla nera miseria. Differenziare l’umanità in “regolare” e “irregolare” è un trucchetto propagandistico e semantico, è una miseria assoluta. Se il nostro governo e l’Europa dei burocrati strapagati volessero affrontare decorosamente la questione migranti, potrebbero cominciare ad aprire molti più corridoi umanitari, senza dimenticare mai che l’Occidente opulento e obeso ha un primario obbligo etico di riparazione nei confronti dei paesi poveri a Sud del mondo, depredati da sempre dalle nostre politiche rapinose. 

Marcello Buttazzo