di Marcello Buttazzo –

Giorni fa, sulla costa salentina di Nardò, sono sbarcati 77 immigrati disperati, fra i quali 14 donne e 32 minori, di nazionalità afghana, pachistana, irachena e somala. Questi nostri fratelli e sorelle in fuga meriterebbero solo decoro e civile accoglienza. Esigerebbero parole di speranza e di misericordia. Purtroppo, sul web, ricettacolo terminale che tutto amplifica, si sono anche scatenati i truci leoni da tastiera. Sui social, c’è chi ha scritto: “Ributtateli in mare”, “Mettete un peso al collo e fateli annegare”, “Cibo per i pesci”.
Espressioni mostruose, vergognose, che dovevano essere immediatamente stigmatizzate e denunciate. Ciò che è tragicamente stridente è che la politica (anche quella di sinistra) non sia intervenuta drasticamente per condannare queste persone sprovvedute e ignoranti.  Meno male che a porre rimedio ha pensato il vescovo di Nardo-Gallipoli, Fernando Filograna. Durante la Festività dell’Assunta, il messaggio diretto del vescovo Filograna è stato quello di biasimare aspramente i turpiloqui e di chiedere perdono a quanti, evangelicamente piccoli e fragili, sono bersagliati da queste invettive. Il monito di monsignor Filograna ha assunto anche una valenza politica con riferimento agli esponenti nazionali e locali che cavalcano il populismo: “Non lasciamoci incantare da sirene che parlano alla nostra pancia. Siamo stanchi dei profeti di sventura che descrivono la storia a tinte cupe”. 
Marcello Buttazzo