di Luigi Mangia –

Fino a quando i conti sono a farli gli asini, a pagare è sempre il popolo.
Il termine del salvataggio dell’Alitalia è ormai scaduto e non si vede la soluzione all’orizzonte. La strategia studiata dal Ministro Luigi Di Maio è poco convincente, a causa dei diversi fallimenti dei governi relativi al salvataggio della compagnia di bandiera e soprattutto per il suo debito. Il modello del Ministro Di Maio: treno aereo, non solo non convince, ma è anche superato perché le Ferrovie dello Stato sono in concorrenza con l’Alitalia, con l’alta velocità Frecciarossa e con il privato Italo. La proposta di Luigi Di Maio prevede, la trasformazione del prestito di 900 milioni di euro in azioni quindi una partecipazione diretta dello Stato: la leva del comando nelle mani degli italiani. Al debito della compagnia Alitalia si aggiunge altro debito: dello Stato Italiano. Anche le Ferrovie hanno il conto in rosso, perché l’incasso dei biglietti non copre per intero il contributo dello Stato. Ora i 900 milioni, che da prestito diventano azioni, causano un aumento di un miliardo di debito pubblico, già aumentato con il Governo Conte. Il nuovo debito, che Luigi Di Maio vuole fare, per Alitalia su quali capitoli di spesa inciderà?

E l’Europa, siamo sicuri che è disposta ad accettare questa soluzione di aumento del nostro debito già stratosferico?

E il Ministro, Giovanni Tria, è d’accordo con la soluzione Di Maio?

E gli italiani infine sono veramente contenti di avere altro debito aggiuntivo a quello che già hanno sulle loro spalle?

Il Governo del cambiamento non doveva essere quello della lotta allo spreco e quindi al debito pubblico?

La continuità della politica dei governi della Seconda Repubblica da Berlusconi Tremonti a Salvini Di Maio è stata quella del debito pubblico senza freni e senza rispetto verso le nuove generazioni di cui ci si è mangiato il futuro. Finchè il popolo non si libererà degli asini, continuerà a pagare e a non avere futuro.

Luigi Mangia