di Marcello Buttazzo –

A Roma, all’Eur, Matteo Salvini ha arringato la sua folla con i soliti ritornelli. Fino a quando il Capitano urla “Prima i romani e gli italiani, poi il resto del mondo”, possiamo perfino “comprendere”: è la trita, stantia e, in fondo, infantile retorica destrorsa, che tanto affascina anche Giorgia Meloni. È la desolante propaganda, buona per fare proselitismo e per catturare consensi elettorali.  Demagogia diffusa, che però non ha attinenza con l’evoluzione del mondo, con il progredire ineludibile dei flussi umani. Purtuttavia, allorquando il Capitano coraggioso Salvini si concentra sui migranti e sulle questioni eticamente sensibili, tocca davvero il fondo del fondo: “Ci sono donne che abortiscono sei volte gratis. Il pronto soccorso non è la soluzione agli stati di vita incivili”. Ovviamente, secondo diversi politici più avveduti, come ad esempio Nicola Zingaretti del Pd, Salvini le spara grosse, “con teorie stravaganti e numeri a casaccio”. Se veramente al leader della Lega stessero a cuore le sorti degli immigrati, potrebbe cominciare ad adoperarsi con un’azione responsabile di consapevolezza, cioè favorendo, in qualche modo, l’abrogazione dei decreti sicurezza, da lui voluti. Poi, se desidera discutere in modo maturo d’aborto e di bioetica, prenda, per l’innanzi, atto che l’attuale legge 194 sull’interruzione volontaria di gravidanza è un’ottima normativa, invidiata da tutti, presa a modello in tutta Europa. Se, inoltre, l’indomito Capitano volesse impegnarsi compiutamente per le donne migranti, dovrebbe capire che le sue politiche securitarie sono deleterie, fallimentari. E per le donne immigrate sono necessarie l’istruzione e la compartecipazione, la solidarietà e l’accoglienza, la socializzazione e l’integrazione. E non le leggi speciali o le parole offensive in libera uscita.

Marcello Buttazzo