Ero straniero. L’umanità che fa bene
di Marcello Buttazzo – La terra è scossa giorno e notte, sconvolta da conflitti di varia natura, da persecuzioni etniche, da atti terroristici indiscriminati. Viviamo in un’era turbolenta, avvelenata. In questa contemporaneità ferita, quotidianamente dalle cronache giungono notizie drammatiche e funeste, di guerre cruente e ferine, di stragi assasine, di contese sanguinose fra fratelli. Nel mondo, milioni di profughi sono in fuga dalla morte, dall’annientamento, dall’inferno, e tentano disperatamente di non essere più ricacciati nella bocca del leone. Anche da noi, lentamente ora, dopo gli accordi securitari siglati dal ministro Minniti con la Libia (che, di fatto, relegano i disperati delle acque e delle terre nei poco ospitali centri di detenzione libici), sulle nostre coste meridionali, approdano ancora fatiscenti carrette del mare, con a bordo donne, uomini, bambini, avviliti, stremati, colpiti. L’Italia governativa, purtroppo, cedendo alle vulgate oltranziste dei leghisti e delle destre, ha deciso di stringere patti con una Libia, che sovente non rispetta la Carta dei diritti umani. Di certo, le politiche popolazionistiche dell’Europa delle banche e della finanza soverchiante e divorante non sono per niente all’altezza. L’Europa istituzionale s’è dimostrata palesemente incapace di disciplinare e governare razionalmente e umanamente il flusso dei migranti. Ai quali, per senso d’umanità, per etica della responsabilità, dovremmo sempre dare una calorosa e civile accoglienza.
In questi giorni, si sta concludente la campagna dei Radicali italiani, “Ero straniero. L’umanità che fa bene”, con la raccolta di firme ai banchetti, per una legge di iniziativa popolare. I Radicali intendono, tra le altre cose, abolire totalmente la illiberale, inumana, anticristiana, obbrobriosa legge Bossi-Fini. I Radicali vogliono assicurare all’umanità migrante normative decorose, contegnose, rispettose della loro diversità. Giova sapere che, in questo sforzo di civiltà, Emma Bonino, Marco Cappato, Rita Bernardini, Sergio D’Elia e gli altri attivisti di Via di Torre Argentina si sono ritrovati compattamente con l’universo cattolico, con numerose associazioni cristiane. Alcuni valori universali, senz’altro non retorici, non possono essere disattesi.
L’umanità è un unico ceppo, è indivisibile. In questo tempo ferrigno e contraddittorio, fanno vibrare le corde, carezzano il cuore, le parole che Papa Francesco pronuncia sistematicamente a favore degli extracomunitari. Bergoglio, nelle sue prolusioni e nei consueti interventi, sostiene la necessità di ampliare per i profughi la sfera dei diritti, curando doverosamente lo spazio di integrazione e interazione. Il Santo Padre, con dolore, osserva spesso che “la solidarietà è una parola che fa paura per il mondo più sviluppato”. Francesco, pastore d’immenso amore, al centro del suo fascinoso caleidoscopio d’anima pone l’uomo, con i suoi limiti e con i suoi pregi, con la sua fragilità, da rispettare comunque, oltre ogni barriera, di là di qualsivoglia incomprensione. L’uomo credente, quello non credente e quello diversamente credente, sono tutti accomunati da una medesima radice profonda e terragna. La dignità. In quest’era di smarrimento, di crisi, abbiamo più che mai bisogno di fulgide e carismatiche figure di riferimento. Di uomini accoglienti e autorevoli, che sappiano tracciare la strada, il percorso da seguire senza paura, con fiducia, con attesa.
Marcelo Buttazzo, 9 orrobre 2017
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