di Marcello Buttazzo –

Gli ecoattivisti di “Ultima generazione” probabilmente impiegano metodi di protesta fin troppo radicali (ma non violenti), per cercare di sensibilizzare l’opinione pubblica e le istituzioni al cospetto d’un evidente cambiamento climatico, che minaccia le persone, l’ambiente, gli ecosistemi. Il 2 novembre 2023, alcuni di loro bloccarono la tangenziale di Bologna, scatenando l’ira degli automobilisti. Ora la giudice del Tribunale di Bologna, Simona Siena, pur condannando tre attivisti a 6 mesi per violenza privata e interruzione di pubblico servizio, ha concesso loro l’attenuante, motivando così: “Un modo d’agire non certo per soddisfare un interesse personale ed egoistico, ma per uno scopo superiore, nobile e altruistico, ovvero la tutela dell’ambiente, messo a concreto e sempre più allarmante rischio di irreversibile compromesso per via del cambiamento climatico in atto”. Troppo frettolosamente e ingenerosamente alcuni politici liquidano questi giovani di “Ultima generazione”, definendoli “ecovandali”. Ma non è così! “Ultima generazione” chiede molto opportunamente al Governo di stanziare denari appositi, un Fondo di Riparazione permanente per gli eventi estremi. Siamo tutti responsabili dei destini dell’ecosistema Terra e dobbiamo tutti adoperarci e prodigarci per porre rimedio agli scompensi ambientali. Le istituzioni hanno un ruolo prioritario per poter intervenire, un raggio d’azione più ampio. I governanti devono obbedire ad una superiore etica della responsabilità per tutelare le attuali generazioni e quelle future.

Marcello Buttazzo