di Marcello Buttazzo –

A Torino, al Salone del Libro, un gruppo di manifestanti ha impedito alla ministra Eugenia Roccella di parlare. Di certo, è stato compiuto un arbitrio, perché in un incontro pubblico già predefinito e organizzato non si può negare ad un politico di esprimere liberamente le sue opinioni. Eugenia Roccella ha idee marcatamente pro-life e integralistiche sull’aborto e su tutte le tematiche eticamente sensibili. Ma la crescita d’una società civile e plurale fiorisce dallo scontro e dall’incontro dialettico delle opposte tendenze. Per di più, Eugenia Roccella doveva presentare il suo libro “Una famiglia radicale” (edito da Rubbettino). Gli attivisti e le attiviste di “Extinction Rebellion”, di “Non una di meno”, di “Comitato Essenon” hanno perso l’occasione di farsi spiegare dalla ministra della Famiglia e della Natalità, ad esempio, i risvolti esistenziali del suo passato “innamoramento” per le tesi pannelliane, poi però clamorosamente e radicalmente sconfessate con il trascorrere degli anni. Vedendo alcune immagini in televisione, personalmente ho trovato davvero sconcertanti le insultanti invettive della deputata di Fratelli d’Italia, Augusta Montaruli, nei confronti del direttore del Salone del Libro Nicola Lagioia. Di cosa dovrebbe “vergognarsi” Lagioia, cara Montaruli? Di essere una persona perbene, un intellettuale onesto e preparato, che ha ripetutamente invitato al dialogo e al confronto pacifico?

Marcello Buttazzo