di Marcello Buttazzo –

Da sempre il Papa ha un tono ammonitorio: è convinto giustamente che la crisi ecologica e il pericoloso cambiamento climatico non siano una esagerazione esasperata di ambientalisti “catastrofisti”, ma una reale e seria emergenza. Una minaccia gravosa, che rischia di nuocere abnormemente alla comunità, mettendo sotto scacco l’intera famiglia umana. Francesco, in chiusura del convegno del Dicastero per lo sviluppo umano integrale, ha lanciato il suo preoccupante e sacrosanto monito: “Uragani, siccità, inondazioni ed eventi climatici esterni hanno come prime vittime i poveri”. Inoltre, in Vaticano, in questi giorni, erano presenti i manager delle compagnie petrolifere e delle aziende finanziarie, che hanno firmato due dichiarazioni importanti. In una, si impegnano a divulgare informazioni chiare su strategie e azioni per il taglio delle emissioni. Nell’altra, concordano sull’importanza delle tariffe sulle emissioni di CO2 per favorire la transizione energetica. Che dire? Sulle questioni ambientali (e non solo), Bergoglio è di certo più pragmatico e incisivo del premier Conte e del governo giallo- verde

Marcello Buttazzo