di Marcello Buttazzo –

La politica italiana è scossa da una notizia tremenda, ferale. Clemente Mastella, l’uomo dei centomila partiti e incarichi, s’è dimesso da sindaco di Benevento. Ex leader dell’Udeur, già deputato, senatore e parlamentare europeo, già ministro in passati governi Berlusconi e Prodi, l’ex democristiano s’è lamentato con la Lega di Salvini, che nel Beneventano gli fa ostruzionismo. E così l’ex democristiano ha deciso di salutare tutti. Qualcuno potrebbe pensare che, a questo punto, il camaleontico Mastella, che ha fondato e ha cambiato partiti ad ogni soffio di vento, potrebbe anche ritirarsi a vita privata a godersi i nipotini e i meritati vitalizi. No, niente di tutto ciò. L’ex ministro della Giustizia, che fece impietosamente cadere il governo Prodi e frantumò il sogno d’un centrosinistra unito, non molla mai. Sia chiaro: Clemente non lascia. Raddoppia sempre. Sarà candidato nuovamente sindaco a Benevento e avrà, verosimilmente, una sua lista alle prossime Regionali in Campania. Indistruttibile, Mastella. Perfino il sole, a un certo punto del suo cammino, sente il bisogno di riposarsi, di tramontare. Clemente, invece, non trascorre mai. Lui non s’è fatto mai formalismi, non ha mai avuto la puzza sotto il naso. È passato come un lampo, dal centrodestra al centrosinistra, ha governato indifferentemente con Gasparri e con Bertinotti.  Sempre, però, in nome d’un supremo ideale: la poltrona. 

Marcello Buttazzo