di Marcello Buttazzo –

Silvio Berlusconi, nel 1994, ai tempi della sua discesa in campo, propagandava come imminente la cosiddetta rivoluzione liberale. L’allora Cavaliere rampante, per farsi bello, strizzò l’occhio perfino ai radicali di Pannella e Bonino. Non solo liberale, ma anche libertario, il signore di Arcore. Con il procedere del tempo, però, ci ha abituato a innumerevoli metamorfosi e travestimenti. L’ultimo di questi giorni. Ha promesso che, quando sarà al governo (?), abolirà la legge sulle unioni civili. Dimentica, l’ex premier, che questa legge di civiltà è stata approvata dopo anni di attese e di lotte parlamentari ed extraparlamentari. E che anche lui aveva lasciato i suoi parlamentari liberi di votare secondo coscienza leggi e provvedimenti sui diritti civili. Ma si sa com’è, con la campagna elettorale che procede, l’ex Cavaliere s’è “salvinizzato”, riscoprendo il serbatoio di voti dell’elettorato conservatore. Il “devoto” Berlusconi ci ricorda, in modo stantio, dall’alto delle sue esperienze, che “la famiglia è l’unione fra un uomo e una donna, orientata a far figli”. C’è chi sostiene che della sua rivoluzione liberale non sia rimasto nulla. Forse, nei fatti, a Berlusconi, della rivoluzione liberale non gli è mai importato nulla.

Marcello Buttazzo