“In Tondo”, un libro che è teatro
di Marcello Buttazzo –
“In Tondo”, edito da i Quaderni del Bardo, nel febbraio 2017, è un testo teatrale, la sintesi e la trascrizione letteraria d’un lavoro di gruppo, svoltosi anni fa a Lecce.
Il gruppo di ricerca di Vincenzo Ampolo e Marilena Cataldini s’è avvalso d’uno strumento validissimo e terapeutico per far emergere vissuti, trascorsi, desideri, speranze, attese: la scrittura. Lavorare con un gruppo di persone, disposte magicamente a cerchio, può portare a scandagliare in modo analitico il proprio sé, evocando ciò che emerge dal profondo dell’Anima.
Nel gruppo si possono sviscerare gli errori o gli orrori, si può rompere il greve peso del silenzio o urlare la realtà più viva. “In Tondo” è declinato al femminile: voci di donne parlano, analizzano la loro identità con la visione immaginifica del sogno. Sono donne che, nel racconto, hanno il nome di Desi, Li Yan, Or Lor, Giulia, Etera, Scrittura. Donne che vivono la loro esistenza, di vissuti più o meno complessi, ma che si sanno nutrire della linfa vitale che conduce al sogno. Sono donne che hanno respirato gioie e dolori, il riverbero spesso dolente dei ricordi.
Nel “gioco” serio e virtuoso dello psicodramma, le donne mettono in scena quello che sentono più vibratile e pulsante. Un personaggio rilevantissimo è la Tessitrice, personaggio fra i personaggi, che ha il compito di costruire un ordito e il senso alle immagini mentali di queste donne. Vincenzo Ampolo e Marilena Cataldini sono stati molto abili a edificare pazientemente, come rabdomanti accorti, una stesura del lavoro definitivo. Chiaramente nei gruppi analitici naviga un enorme flusso emozionale, che emerge come fiume in piena.
Il compito della Tessitrice è dirimente, fondamentale, per mettere ordine, per discernere la matassa, per filtrare immagini che balenano. Nel ballo del dialogo fra la Tessitrice e le donne sognatrici, le esperienze si mescolano, si integrano, c’è un reciproco interagire. La Tessitrice mostra la faccia a volte dura della realtà, le donne rincorrono le loro esperienze. “In Tondo” impiega splendidamente il medium della scrittura per visionare storie. Certo, esiste una mediazione, dettata dalle necessità narrative, dallo stile, ma ciò nulla toglie alla bellezza della descrizione. “In Tondo” può essere letto come un racconto, elegantissimo nell’incedere, con una prosa poetica riguardevole. Non a caso Vincenzo Ampolo e Marilena Cataldini sono due fini cultori della poesia.
Giorni fa, a Lecce, presso la Libreria Palmieri, s’è svolta la prima presentazione di “In Tondo”, al cospetto dell’Editore Stefano Donno e d’un pubblico particolarmente appassionato. Sono rimasto fortemente e favorevolmente colpito dal tono colloquiale di Ampolo e Cataldini. Hanno guidato con affabilità la serata. Hanno espresso, tra l’altro, il desiderio (che verrà di certo esaudito) di veder rappresentato in teatro il loro testo. Un testo davvero affascinante, che concentra il fulcro sull’alterna e eterna vicenda umana. Leggendo l’opera di Ampolo e di Cataldini e delle donne sognatrici, mi conforta l’idea che sogno e realtà possano e debbano convivere in una persona. Insomma, “si può fare l’impiegato di banca, sapendo di essere una sirena”, oppure “si può portare al lavoro il proprio scudo e usarlo come se fosse un vassoio”. Ascoltando Ampolo e Cataldini mi sono convinto, ancor più, che soprattutto oggi abbiamo bisogno di spiriti che sappiano tessere dolcemente. In questa società talvolta avvilita e ferrigna, ben vengano le anime tessitrici che ci aiutano nello strutturare un sé consapevole e rispettoso dell’altro da sé.
Marcello Buttazzo
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