di Marcello Buttazzo – Maurizio Cucchi scrive: “Il poeta deve ricordarsi che ogni avventura della mente dovrà confrontarsi, umilmente, con gli strumenti umani che ha a sua disposizione”. Ogni evenienza dell’esistenza va affrontata con animo desto e docile, con sguardo arguto. E vale per tutti gli individui, che percorrono il cammino dell’alterna e incerta ventura. Gli uomini devono saper respirare il sapore dolceamaro del giorno e della notte, devono saper rapportarsi contegnosamente ad un multipolare universo di sentimenti, di sensazioni, di accadimenti. Sovente l’uomo è limitato, impacciato, mal definito; epperò, a tutte le manchevolezze degli individui deve saper compensare una pura e sostenuta umanità. Noi uomini non siamo soli, siamo legati in una fitta catena di relazioni: ogni anello ha un suo rimando, ogni anello ha un suo senso specifico, che concorre a sostanziare un tutto. C’è un collante forte, spirituale, che ci lega intimamente, e ci fa sentire parti correlate in ragione di individuali bellezze. Possiamo traversare la serafica aurora e i marosi tempestosi, restando sempre integri. Con la forza della parola e della sana comunicazione possiamo riappropriarci di noi, riappacificarci anche con l’idea della morte fisica. La vita non deve essere mai sfiorire, non deve essere mai un lento morire: dobbiamo imparare a stare l’uno accanto all’altra, dobbiamo cercare la chiave d’oro che schiude le porte, dobbiamo perdonarci tutta la vita. Solo la passione, il dono, l’amicizia, l’amore, l’umiltà possono rinsaldare storie, possono aprire spiragli per un’esistenza più profondamente e intensamente vissuta. Chi crede nella parola salvifica del Signore ha, senz’altro, acqua fresca da bere, occhi chiari e benedetti, capaci di discernere con convinzione gli accadimenti degli eventi, il susseguirsi di stagioni. Anche chi non crede è come un paziente rabdomante che rincorre il tempo e la vita, spesso ancorato a uno spiccato fervore spirituale. Chi legge i poeti ha una grande occasione, quella di penetrare mondi altri e diversi, la irripetibile possibilità di abbracciare terre vivide e rossosangue. Vedere l’esistenza con occhi da poeta è un buon approccio, che appartiene a tutti gli esseri umani, per non lasciarsi soffocare dalle ansietà, dalle inadeguatezze, per capire meglio e più fascinosamente le cose della vita.

Marcello Buttazzo