di Marcello Buttazzo –

L’Italia è terra di confine, di mare. Terra di migrazioni. Sulle nostre coste continuano ad approdare disperati delle acque e delle terre. Dannati che hanno percorso i deserti di sabbia e di fuoco, hanno traversato e patito le guerre ferine, le persecuzioni, la nerissima miseria. Negli ultimi anni, nel nostro Paese, le istituzioni si sono adoperate come hanno potuto. È evidente che paghiamo un po’ tutti le manchevolezze e le latitanze dell’Europa delle banche e dell’alta finanza, che non sa diventare compiutamente Europa dei popoli. La questione immigrazione è di capitale e rilevante importanza: va affrontata con grande umanità, con decorosa accoglienza, con solidarietà, con rigore normativo. In questi giorni, il ministro dell’Interno Marco Minniti e i suoi collaboratori stanno cercando di revisionare lo status quo, di approntare inedite misure adattative. Probabilmente, la volontà di erigere nuovi Centri di identificazione ed espulsione, in tutte le Regioni, non è una buona idea. I Cie, già esistenti, non sono forse sufficienti a testimoniare un fallimento totale? I Centri di identificazione ed espulsione, sporchi, fatiscenti e invivibili, sono veri e propri lager, luoghi di confinamento per esseri umani. È veramente sconfortante che il Pd, il più grande partito del centrosinistra, proponga soluzioni così mortificanti. È davvero raccapricciante che il Pd si travesta da Lega Nord, per assecondare le manie securitarie di certuni, per andare alla ricerca d’un più facile consenso. Più volte, in passato, dopo denunce della Sinistra e dei Radicali italiani, l’Europa ha sanzionato e condannato il nostro Paese, perché nei Centri di identificazione ed espulsione si violano gravemente e palesemente i diritti umani. Forse, alle eterne migrazioni, ci si deve approcciare con senso contegnoso di civiltà. Qualche anno fa, la presiedente della Camera Laura Boldrini, nel suo libro “Tutti indietro”, ad un certo punto scriveva: “I rifugiati non ambiscono a vivere di assistenzialismo, come a qualcuno piace affermare, ma vogliono rifarsi una vita, lavorare e condurre un’esistenza normale. Proprio come hanno fatto in passato tanti italiani durante il regime fascista, costretti a fuggire in altri Paesi per sottrarsi alle persecuzioni”. Sicuramente, una sorte migliore meritano tanti profughi, caduti nelle mani avide dei mercanti di esseri umani. Duole constatare che, fino ad oggi, le istituzioni internazionali (Onu compresa) non siano riuscite a trovare una soluzione giusta e risolutiva. Nell’attuale triste tempo di odi etnici, di guerre, di conflitti cruenti che regolarmente insorgono a causa della diseguale distribuzione delle ricchezze, delle devastazioni ambientali sistematiche e della depredazione delle risorse naturali, gli individui sono destinati a spostarsi continuamente per il pianeta. Al cospetto di nuovi scenari, di pressanti richieste, i governi democratici dovrebbero accostarsi morbidamente alle questioni popolazionistiche. La politica dovrebbe aprirsi ai vari movimenti, attenta sempre a rispettare le convenzioni internazionali.

Marcello Buttazzo