di Antonio Stanca –

Lo scrittore tedesco Takis Würger è nato nel 1985 a Hohenhameln, nella Bassa Sassonia, ha frequentato la Henri Nannen School for Journalism di Amburgo e come giornalista ha iniziato la sua carriera. È ora un giornalista investigativo, un corrispondente di guerra da paesi come l’Afghanistan, la Libia, l’Ucraina e tutto il Medio Oriente. Ha fatto parte di vere e proprie azioni militari, è arrivato a contatto diretto col noto predicatore salafita Sven Lau ed altre imprese ha compiuto. “Il Club” è stato il suo primo romanzo, risale al 2017. Quest’anno ha pubblicato il secondo, “Stella”, che in Italia è uscito a Gennaio per conto della Feltrinelli con la traduzione di Nicoletta Giacon.
Anche in questo romanzo i tempi, gli ambienti sono di guerra, quelli della seconda guerra mondiale vissuti a Berlino da Friedrick e Kristin. Lui è venuto dalla Svizzera nella capitale tedesca perché vuole imparare, vuole frequentare qui una scuola di disegno, vuole diventare un pittore, un artista, vuole capire come si diventa sicuri, forti e un esempio crede possa venirgli dalla Germania, dai tedeschi di quel momento; lei è una bella ragazza che da molto tempo vive a Berlino, che vi svolge i lavori più diversi, da modella in una scuola d’arte, dove appunto Friedrick la conoscerà, a ballerina e cantante in locali notturni, a insegnante privata di latino, a collaboratrice della polizia tedesca quando si tratta d’individuare, segnalare, far arrestare ebrei e deportarli. Era una colpevole ma anche una vittima, era una donna che soffriva la solitudine, la mancanza di affetti, che non aveva molti mezzi per vivere e che a tante situazioni doveva adattarsi. Era vera ma anche falsa, sapeva voler bene, dire bene, amare ma anche dire male, odiare, ingannare. Basti pensare che era ebrea e faceva arrestare e deportare gli ebrei. Era uno dei tanti modi con i quali si era assicurata la possibilità di vivere, di stare a Berlino, di mantenere i genitori. Il suo amore per Friedrick sarà un’altra delle sue tante esperienze mentre per lui era la prima e la più importante. Innamorata, tuttavia, sarà anche lei, farà conoscere a lui, inesperto, i sentimenti, i piaceri dell’amore, lo farà sentire sicuro del suo affetto, lo farà stare tra gli ambienti, le persone di quella città che non conosceva e che stava attraversando un momento così particolare come quello della guerra. L’anno 1942 sarà l’anno del romanzo del Würger e Kristin, che in verità si chiama Stella, sarà il personaggio centrale, la protagonista quasi unica dell’opera. Ovunque la si troverà, da sola, con Friedrick nella loro casa, nella loro intimità, con i tedeschi nei rastrellamenti, con gli ebrei, con gli spettatori nei locali notturni. In ogni condizione la si scoprirà, contenta, felice perché innamorata di Friedrick, rassegnata, addolorata quando gli dirà di lasciarla, quando lo vedrà deluso delle sue tante aspettative, legata a Berlino, alle possibilità che finora le ha offerto e smaniosa di lasciare quel posto, di stare lontano, di vivere diversamente, condannata a guerra finita e infine suicida. Al suo nome Würger intitolerà la sua opera, di lei farà il riflesso più fedele della Germania degli anni della guerra, tramite lei mostrerà tutto quanto avveniva allora nel mondo, ogni aspetto della sua vita sarà anche quello della storia. Una donna farà vedere tutta un’epoca, le bellezze e gli orrori di lei saranno anche di questa. Würger li farà scorrere tra le righe del romanzo che un diario sembra più che una narrazione. Un documento, una ricostruzione di quanto allora accaduto pare quest’opera e che il suo autore l’abbia scritta mentre diceva dell’amore tra Friedrick e Kristin significa che non voleva rimanere solo un cronista ma voleva anche mostrare di essere uno scrittore.
C’è riuscito, lo studio dell’animo umano che compie, la particolarità dei pensieri che coglie, la suggestione degli ambienti che crea, il fascino delle atmosfere che diffonde, la proprietà della lingua che dimostra, sono qualità che vanno oltre quelle della semplice cronaca.

Antonio Stanca