di Antonio Stanca –

Per conto di Mondadori Libri, su licenza Einaudi, è comparso da poco Una stagione selvaggia (Un’indagine di Hap &Leonard), romanzo dello scrittore americano Joe Lansdale. La traduzione è di Costanza Prinetti. La pubblicazione risale al 1990. Era stata una delle prime opere del Lansdale, da altre, da molte altre sarebbe stata seguita. Di tutto aveva letto e leggeva, così si era formato, di tanto sarebbe stato l’autore.

Nato a Gladewater, Texas, nel 1951, da piccolo aveva seguito la famiglia a Nacogodoches, ancora Texas, e qui era rimasto fino ad oggi con la moglie e i figli. Qui ha ambientato molte narrazioni. Non sarebbero stati solo romanzi ma anche racconti e novelle. Non solo di narrativa sarebbe stata la sua scrittura ma anche di satira sociale, di fantascienza. Pure fumetti, opere noir, horror, western, testi per la televisione, il cinema avrebbe prodotto. E come il contenuto anche il linguaggio avrebbe saputo articolare in tanti modi, “stile Lansdale” si sarebbe detto del suo. Se agli hobby per il cinema, la lettura, i viaggi, si aggiunge quello per le arti marziali, nelle quali ha raggiunto livelli eccezionali fino a creare vere e proprie scuole, si ha l’esempio di una personalità incredibilmente ricca e dinamica.

Agli anni ’70, quando era poco più che ventenne, risalgono i primi racconti, al 1980 il primo romanzo, Atto d’amore. D’allora la scrittura sarebbe stata il suo interesse principale, si sarebbe andata componendo di tanti temi, di tanti modi. Tra quelli del noir si può far rientrare Una stagione selvaggia. È la prima volta che Lansdale fa conoscere Hap e Leonard, la coppia di detective che si muove tra il tragico e il comico e che tante altre volte tornerà nella sua narrativa. Molti saranno i personaggi di questo romanzo, alcuni più vicini, altri più lontani, una rappresentazione ampia, estesa sarà, un’ambientazione ricca di particolari di ogni genere, storico, geografico, politico, sociale, economico, religioso, un’atmosfera sempre sospesa, sempre capace di attirare, sorprendere.

Si inizia con Hap, Leonard e la bellissima Trudy, più volte sposata, più volte separata, più volte amica e amante. Sarà sempre presente, la sua condizione umana, morale sarà la più sentita, la più convinta insieme a quella del suo ex marito Hap. Con gli altri i tre formeranno un gruppo che procederà al recupero di una grossa somma di denaro abbandonata da ladri in fuga e finita nelle acque del fiume Sabine o dei suoi affluenti o delle sue paludi in una zona periferica tra le più pericolose del Texas. Di quei soldi parte dovrebbe andare a chi è di aiuto, parte a chi con quelli vuole continuare la lotta politica iniziata nei lontani anni Sessanta e ancora sostenuta, e la parte maggiore a chi pensa di appropriarsene per propri fini senza dar conto a nessuno. Si sta tra persone corrette e banditi, tra gente onesta e disonesta, buona e cattiva. Molti saranno, pertanto, i problemi che si verificheranno. Ci saranno veri e propri scontri, alcune di quelle persone rimarranno ferite, altre saranno uccise. All’insegna della forza, della violenza oltre che dei pericoli provenienti dalle gravi condizioni del terreno e del tempo si procederà. Così fino alla fine senza che del denaro si entri mai in possesso.

Si conclude il romanzo mentre in ospedale si attende la guarigione dei feriti più gravi e negli uffici di polizia la condanna dei colpevoli più spietati. Tramite ognuno di questi personaggi Lansdale ha fatto conoscere gran parte dell’America di quelli e degli anni precedenti. Tanta vita, tanta società, tanta storia americana del secolo scorso ha mostrato senza riuscire mai complicato. È bastato che mettesse insieme quelle persone perché di molta America si sapesse, perché ognuna ne fosse una voce. In effetti così si narra, così si fa spazio a quanto è realtà, così questa diventa letteratura, si trasforma, cioè, in una trama con una verità propria ed altre superiori.

Antonio Stanca