di Marcello Buttazzo –

In questa società del benessere (non per tutti), dei pochissimi eletti ultramilionari che possiedono quasi tutte le ricchezze del pianeta, c’è giocoforza chi è costretto a vivere un’esistenza di stenti, a viaggiare su sfasciate carrozze rigorosamente di terza classe. Il confine fra Texas e Messico è noto per le migrazioni continue clandestine e per le idee bislacche di chiusura del presidente Trump, lo stramilionario sfondato. Ma al confine fra Messico e America, avvengono anche quotidiani viaggi della disperazione di messicani poverissimi, che varcano la frontiera per vendere il proprio sangue. In Messico è proibito vendere plasma, negli Usa questo mercato è fiorente. C’è uno stridente e dolente contrasto in questa società dell’opulenza e, al contempo, della miseria estrema, che ci conduce sulla strada lastricata di civile sdegno, ma anche di comprensione. Infatti, come non capire questi uomini e queste donne, che cercano di racimolare un po’ di dollari per sbarcare l’afflitto lunario. C’ è chi sostiene: “Con quello che guadagno pago la scuola dei miei figli”; Jesùs afferma: “Con i 40 dollari che mi offrono per donazione, posso pagare l’università se riesco a venire anche più volte in una settimana”. Purtroppo, i rischi per la salute, donando più volte al mese, sono esponenziali. Parimenti, elevatissimo è il rischio di contrarre infezioni. Che dire? Tanti indigenti si arrangiano in questo tempo di ingiustizie criminali. 
Marcello Buttazzo