di Marcello Buttazzo –

Quante soverchie parole inutili sul Festival di Sanremo. Alla Città dei fiori si sono esibiti tanti cantanti. Alcune canzoni erano belle, altre meno interessanti. C’è stato uno spazio dedicato alla difesa dei diritti violati  (specialmente in Iran). J-Ax e Fedez hanno esortato la premier Giorgia Meloni a legalizzare le droghe leggere. La campionessa di pallavolo Paola Egonu ha posto l’attenzione sul razzismo. Rosa Chemical e Fedez, esagerando sicuramente, hanno simulato un atto sessuale e si sono baciati in pubblico. Ma tutto ciò fa parte del gioco (che può piacere o può non piacere). Secondo certuni spiriti critici, il Festival di Sanremo non è più quello di tanti anni fa. Epperò, sarebbe il caso di lasciare la kermesse unicamente al florilegio di canzoni, e non al chiacchiericcio posticcio. Il Festival è finito da qualche giorno e (fatto tragico) i politici continuano a pontificare sugli accadimenti verificatesi alla Città dei fiori. In questi giorni, il “nemico” dichiarato di Matteo Salvini non era l’indesiderato clandestino, ma Fedez. E così per una parte considerevole di Fratelli d’Italia. Sotto accusa della destra c’è perfino il conduttore Amadeus, che ha avuto, tra l’altro, il pregio di tenere unito un vacillante baraccone. I nostri governanti di destra chiedono, inoltre, “un cambio di narrazione a quella proposta dagli attuali dirigenti Rai”. Meloni e Salvini vogliono ammansire la Rai (il cui canone è pagato da tutti gli italiani), e rivendicano nuovi vertici nel servizio pubblico. Piuttosto che occuparsi di come abbassare le bollette, rendere più dignitosi i salari, trovare lavoro all’enorme numero di disoccupati e inoccupati, piuttosto che porre rimedio alle mortificanti sacche di povertà, questi bravi governanti di destra mirano a mettere il bavaglio agli artisti. Come se la libertà consapevole fosse un principio negoziabile. Il Festival di Sanremo è finito da qualche giorno e non solo i politici destrorsi fanno passi falsi. Il senatore democratico Carlo Cottarelli, piuttosto che evocare i problemi inerenti ed evidenti del Pd, preferisce parlare di canzoni. Cottarelli bacchetta i gesti di Fedez e Rosa Chemical, che “sarebbero pronti a tutto pur di attirare l’attenzione”. Al severissimo economista non è piaciuta neppure la lingerie di Madame. Si sofferma perfino entusiasticamente sulla giacca e cravatta di Leo Gassman, pur di non citare le solite scelte suicide del suo partito, che ha deciso, come al solito, preventivamente di perdere le elezioni regionali nel Lazio e in Lombardia. Ha le idee chiarissime Cottarelli, al quale è sembrata “un’ottima cosa” Benigni che ha declamato la Costituzione. Fingendo di non ricordare, tuttavia, che, nel 2016, il comico fiorentino, sodale allora di Renzi, avrebbe voluto farla a pezzi. La più bella Costituzione del mondo.

Marcello Buttazzo