di Maria Grazia Presicce

Gli sprechi e le incongruenze in quest’Italia meravigliosa la fanno da padroni.  Manca, prima di tutto, il buon senso, la capacità di discernere, il controllo e la responsabilità del buon padre di famiglia nell’amministrare la cosa pubblica. Non basta occupare una poltrona per ergersi a buon curatore! Non basta battersi per un voto e fare promesse da marinaio per occupare l’ambito trono di “capo”. Ci vuole prima di tutto dignità, quella dignità dell’essere che pare fantasma in questa società dove predomina l’avere a dimostrazione dell’essere.
In questo bailamme non resta che rimanere in disparte e osservare in silenzio; ti rendi così conto che spesso si agisce senza riflettere, senza domandarsi se quello che si delibera giovi davvero al nostro stupendo paese; spesso si procede giusto per far piacere a qualcuno o perché “la corrente di turno” ha deciso così: “ tanto i soldi non sono nostri, è lo Stato che paga!” lo “ Stato” paga sempre in prima persona, riguardo ai politici non paga mai alcuno.
Nel pubblico il risparmio e l’oculatezza del fare, mi rendo sempre più conto, è pura utopia.
Se ogni amministratore prima di muovere un passo, accuratamente ponderasse e sovrintendesse comportandosi semplicemente come un onesto e accorto padre di famiglia, tanti scialacquamenti si eviterebbero e sicuramente quest’Italia non si troverebbe nella situazione in cui versa.
Alcune assurdità colpiscono in modo particolare e non puoi fare a meno di non notarle e domandarti come fanno i nostri amministratori a non vederle e porre riparo.

“Il fare” sempre e comunque pare toccare sempre a qualcun altro e la frase “ non è di mia competenza” è sempre pronta a togliere dall’imbarazzo!
In quest’Italia degli sprechi a primeggiare è, di solito, la parola “diritti”, di DOVERI non si parla quasi mai o meglio l’unico dovere del cittadino sembra essere quello di pagare le tasse. Cosicché, forse, il cittadino pensa “ pago le tasse, il resto lo faccia chi di dovere” e così ci si sente autorizzati ad infischiarcene del resto che ci circonda e che pure ci appartiene.
Mi domando dove sono andati a finire quei doveri che ogni singolo cittadino e lavoratore dovrebbe avere, semplicemente, vivendo e svolgendo la propria mansione con puro senso civico.
Purtroppo, il menefreghismo di tanti fa sì che, spesso, si abbia bisogno di troppo e differente personale per svolgere una stessa incombenza. Ci siamo e ci hanno abituato (e i sindacati in questo hanno contribuito) a diventare sempre più indolenti e lavorare sempre meno perché il tale incarico non ci compete.
Tanto tempo fa (è solo un piccolo esempio) i cittadini, meglio le cittadine, pulivano anche lo spazio vicino alla propria casa, (in alcuni paesini lo fanno ancora!) ora siamo diventati tutti “signori” e pretendiamo solo privilegi dallo Stato, dimenticando che lo Stato siamo noi e quindi dovremmo collaborare perché sia efficiente.
Bisognerebbe smettere di credere che ci possa“calare” tutto dall’alto solo perché facciamo parte di questo Stato! Ogni cittadino cominci a pensare che lui per primo è un pezzo di Stato e che lo Stato non va sempre “munto” a convenienza e che se pretendiamo diritti, dovremmo metterci in testa che, prima di tutto, abbiamo anche doveri cui attenerci.
Purtroppo, la politica in primis ha contribuito non poco a questo modus   vivendi. Il voto indirizzato, e le facili promesse hanno determinato la mentalità superficiale dell’ottenere senza fatica e lo spreco così l’ha fatto da padrone e, anche se vogliono farci credere il contrario, lo sperpero imperterrito permane, è sotto gli occhi di tutti ma chi di dovere pare non accorgersene.

Maria Grazia Presicce