di Marcello Buttazzo –

Il centrosinistra, più che un “campo largo”, è la terra infeconda dei veti. Quasi tutti, nello schieramento progressista, non tollerano un’alleanza con il Movimento 5 Stelle, colpevole d’aver sfiduciato il governo Draghi. Una parte del Pd non sopporta Calenda, perché impedirebbe l’alleanza con Frantoianni, che, del resto, ricambia ampiamente l’antipatia verso il leader di Azione. Calenda, da parte sua, è innamorato solo della Bonino; poi detesta quasi tutti, tranne il suo ego spropositato. Ad esempio, ha definito ingenerosamente Sinistra italiana ed Europa Verde “frattaglie di sinistra”. Anche Letta, che un tempo stava sereno, oggi pare voglia escludere per “vendetta” dal suo “campo largo” l’ex rottamatore Renzi. E comunque, il più agguerrito e virulento di tutti rimane Carlo Calenda, che rivolge strali avvelenati anche contro Clemente Mastella, suo storico nemico. L’ex democristiano campano, verosimilmente, non ha alcuna paura. Lui (la storia repubblicana insegna) un posticino da ministro lo rimedia sempre (nel centrosinistra o nel centrodestra). 

Marcello Buttazzo