di Marcello Buttazzo –

Negli ultimi tempi, la prassi politica è drammaticamente scaduta, peggiorata. Nell’era di Internet e dei social sovrani, alcuni leaders hanno come strategia adattativa opportunistica quella di demonizzare e di offendere reiteratamente, con studiati post aggressivi, gli interlocutori, visti alla stregua di “nemici” da abbattere. Anche il linguaggio utilizzato da alcuni leaders è molto povero e assolutamente insolente. Pensiamo, per un attimo, al vicepremier e ministro dell’Interno Matteo Salvini, che, in questi giorni, riferendosi ai ragazzi e alle ragazze dei centri sociali, li ha definiti con eloquio volgare “quattro inutili zecche”. Se la semantica è difettosa e grossolanamente approssimata per difetto, i gesti simbolici sono ancora più spudorati, da censurare ampiamente. Giorni fa, il segretario del Carroccio Matteo Salvini s’è esibito, in un comizio, dal balcone del Comune di Forlì. Lo stesso dal quale Mussolini assistette all’uccisione di quattro partigiani nel 1944. Qualche contestatore per strada ha cantato “Bella ciao”. Lui, il vicepremier leghista, come risposta, ha pensato bene di postare sui social la sua foto sul balcone, con la didascalia: “Uno spettacolo! Se lo sa la Boldrini…”. Come è caduta in basso la politica! 

Marcello Buttazzo