di Marcello Buttazzo –

Le migrazioni dei diversi gruppi etnici sono sempre esistite. L’umanità errante trasmigra e si sposta per innumerevoli motivi (guerre, persecuzioni etniche, miseria, devastazioni ambientali), alla disperata ricerca d’un approdo dove poter vivere in condizioni appena appena accettabili. Non un lussureggiante giardino d’Eldorado, ma una terra accogliente dove poter crescere la propria figliolanza.
Ora, certi politici e alcuni organi di stampa, prima di rivolgere le loro doglianze contro la supposta invasione dei cosiddetti clandestini (fossero anche migranti unicamente “economici”, non importa), dovrebbero allargare lo sguardo, mettendo da parte le invalidanti incrostazioni ideologiche.
Nel deserto del sud-ovest della Tunisia sono stati trovati, mercoledì 11 agosto, i corpi di due donne e quattro bambini morti di sete. Venivano dal Niger. L’unico sopravvissuto del gruppo di migranti ha detto che stavano viaggiando a piedi dall’Algeria. La Tunisia è il punto di partenza di molti disperati dell’Africa sub-sahariana per la traversata in mare verso l’Europa. Ora le “supreme” ragioni politiche, che inducono certuni a una perenne propaganda strumentale contro i migranti, dovrebbero stemperarsi al cospetto d’una tragedia epocale. La triste demagogia dovrebbe cedere il passo al senso d’umanità. L’irrinunciabile sentimento d’amore e l’etica della responsabilità non dovrebbero mai venir meno, in specie nei confronti di gente che soffre e naufraga nei travagli dei mari desolati.