di Luigi Mangia –

Tre giovani attivisti ecologisti, con vernice arancione lavabile, hanno imbrattato il muro del Senato, è un gesto che non crea nessun danno ma ha la forza di accendere il dibattito sulla crisi del clima.

Sicuramente il 2023, l’anno nuovo che verrà, non cambierà molto la nostra vita: il grande tema sarà quello di come abitare il pianeta e rispettare la natura. Ad Otranto Punta Palacia, continuerà ad essere la finestra sul mare dove per primo si potrà ammirare il sorgere del sole. I grandi temi della transizione ecologica, del cambiamento climatico e del nuovo modello di sviluppo sono scomparsi dal dibattito politico. È ritornato l’interesse per le fonti fossili: gas, carbone e nucleare e le grandi compagnie, quindi, realizzano grandi affari con il consenso della politica. I giovani hanno poche armi per lottare e per farsi sentire, perciò ricorrono a nuovi dirompenti linguaggi, come quello di sporcare con la vernice lavabile il muro del Senato, oppure con la salsa di pomodoro i Girasoli di Van Gogh.

È questa una forma di comunicazione estrema, di disubbidienza civile che mette in crisi il potere. I tre giovani di appena 20 anni, due di loro arrestati, saranno processati per direttissima e rischiano di essere condannati. La politica è complice della crisi, invece di ascoltare e rispondere alle richieste dei giovani, agisce con la repressione usando il carcere come soluzione.

I giovani sono il futuro e hanno il diritto di difendere l’avvenire e la tutela dell’ambiente. Lo sviluppo che noi rifiutiamo, e che molto bene conosciamo, è quello dell’ acciaieria più grande d’ Europa di Taranto, dove la fabbrica si è divorata la vita degli operai, delle donne e dei bambini. Taranto, infatti, è stata dichiarata dall’ONU una delle città più inquinate al mondo. I giovani sono nel giusto, hanno ragione di lottare e verso di loro dobbiamo avere incoraggiamento e solidarietà.

Luigi Mangia