di Marcello Buttazzo –

Nell’era ipertecnologica, del benessere diffuso, possiamo accettare che un barchino di ferro carico di migranti affondi e che 41 disperati (uomini, donne, bambini) trovino la morte nelle acque del mare nostro? L’ultima tragedia di migranti, partiti dalla Tunisia, annegati nell’inclemente Mediterraneo, sono l’ennesima conferma, fra le altre cose, che le strategie securitarie, unicamente di difesa e di chiusura, da sole non servono a molto. Il nostro governo è sclerotizzato su posizioni intransigenti. Epperò, la lotta senza quartiere agli scafisti, senza una visione più costruttiva, non può bastare. È insufficiente. Parimenti, maldestri sono stati gli accordi dell’Europa con l’autocrate tunisino. Se fosse capace quest’Europa delle banche e dei burocrati dovrebbe intervenire risolutamente, perché fino ad ora essa è stata inconcludente e pressoché assente. “Servono vie legali e sicure per l’accesso alla Unione europea ed è necessaria una Mare Nostrum per salvare le vite prima che sia troppo tardi”, ha detto la segretaria del Pd Elly Schlein. I politici di questa Europa dovrebbe prendere ad esempio la cultura cristiana di Papa Francesco e della Cei, che predicano l’apertura di canali e corridoi umanitari per far giungere in sicurezza i povericristi sulle nostre coste. Che i trafficanti di esseri umani siano crudeli e senza scrupoli, è un fatto assodato. Ma la strage di migranti non si ferma solo promettendo anni e anni di carcere agli scafisti. Si può anche asserire che la questione popolazionistica sia stata affrontata grossolanamente, negli ultimi decenni, da tutti gli schieramenti politici (centrodestra, centrosinistra). Il Pd del ministro degli Esteri Minniti, quando era al governo, strinse accordi capestro e infausti con la Libia. Sappiamo l’invereconda nefandezza dei lager libici, dove le persone vengono trattate miseramente e torturate. Ricordiamo, altresì, che in questa ultima sciagura del mare, in cui solo 4 migranti si sono salvati, la presenza della barca alla deriva è stata segnalata ai libici, che però non sono intervenuti.

Marcello Buttazzo