di Marcello Buttazzo

Non ci sono più gli obiettivi e gli intendimenti d’una volta. La politica attiva nostrana s’è svilita e svuotata drammaticamente di contenuti e di valori. Fino a 40 anni fa, il Partito Comunista Italiano riusciva a compattare con la sua visione larga parte dell’opinione pubblica del Paese, addivenendo ad una ampia e condivisa partecipazione e ad una oculata socializzazione delle conoscenze. Il partito di Berlinguer, di Ingrao, di Natta, di Pajetta, era un catalizzatore di pacifiche e non violente rivendicazioni, fondava tutte le sue piattaforme programmatiche sul lavoro, sulla solidarietà, sui diritti, sulla giustizia sociale, su una più equa e razionale ripartizione delle ricchezze. Oggi i tempi si sono destabilizzati, sono radicalmente cambiati. In peggio, ovviamente. Da ultimissimi e attendibili sondaggi, è emerso che la Lega avrebbe addirittura adesso un consenso del 35%. Il partito di Matteo Salvini sta cannibalizzando il Movimento 5 Stelle. Il Carroccio a trazione sovranista basa tutta la sua “fiera” propaganda sulla individuazione di volta in volta del nemico da abbattere, sulla comunicazione di “pancia”. Se il P.C.I. aveva chiaramente altre radici, un’altra storia, altre ragioni, altri programmi, il partito di Matteo padano incentra la sua campagna “culturale”, ahimè, essenzialmente su sicurezza, immigrazione, lotta senza quartiere all’’indesiderato clandestino. Rispetto ad anni fa la politica italiana è caduta in basso. Ma anche la società sta diventando più superficiale, sta perdendo aderenza con la realtà effettiva delle cose. 

Marcelo Buttazzo