di Marcello Buttazzo –

La poesia è uno strumento pacifico e non violento, il più potente e mirabolante antidoto contro il sopruso, contro la prevaricazione. A Fiumicino, comune di ottantamila abitanti alle porte di Roma, un gruppo di sconosciuti (forse studenti del posto) ha deciso di rispondere con arguzia alla logica dell’odio, della violenza, dell’insulto. I ragazzi hanno adottato una veste davvero altamente poetica. Le strade di Fiumicino, i muri, i lampioni, sono stati tappezzati con i versi di illustri poeti per celebrare la potenza vera della bellezza umana e, nella maggior parte dei casi, per coprire scritte virulente recanti i simboli di Forza Nuova. La poesia di Shakespeare, di Ungaretti, del lirico Sandro Penna, del “maledetto” Rimbaud, di Hikmet, dell’eterno Leopardi, vince dieci a zero contro le svastiche e contro le croci celtiche. A Fiumicino, paese costiero, i virtuosi paladini portatori d’un superiore adattamento culturale hanno invaso la città con versi dedicati sovente al mare. Come questi di Penna: “Il mare è tutto azzurro. Il mare è tutto calmo. Nel cuore è quasi un urlo di gioia. E tutto è calmo”. Pare davvero che l’incursione d’amore verecondo sia stata opera di studenti della zona. Un encomio a questi intemerati giovani, che hanno trovato una soluzione originale, sobria, bonaria e tenera, per reagire a quello che il sindaco di Fiumicino Esterino Montino chiama “fascismo di ritorno”.
Marcello Buttazzo