di Marta Toraldo e Domenico Maurizio Toraldo

É stato pubblicato sulla rivista “Scientific Research Publishing” l’articolo “Scientific Denialism during the Covid-19 Pandemic: Science, Policy and Ethics” [Il negazionismo scientifico durante la pandemia di Covid-19: scienza, politica ed etica] di Marta Toraldo e Domenico Maurizio Toraldo.
Lo proponiamo in più uscite sul nostro sito in italiano, auspicando, tra i nostri collaboratori e i lettori un’ampia riflessione sui temi proposti
.

La governance liberale tende a delegittimare la competenza scientifica

Le minacce globali richiedono una risposta internazionale coordinata e condivisa tra i vari stati, che è possibile solo se la minaccia è percepita allo stesso modo da tutti e se le priorità del governo sono simili. L’efficacia della risposta si basa su una adeguata informazione politica e sulla massiccia adesione dei cittadini alle misure sanitarie imposte, che a sua volta richiede fiducia nel governo.

La nostra ipotesi è che alcune caratteristiche fondamentali del liberalismo complichino tali risposte globali e collettive di tipo sanitario come la neutralità dello Stato e primato dell’individuo sulla società collettiva. Il liberalismo occidentale impone anche il rigoroso rispetto delle libertà individuali e degli interessi privati e tende a rifiutare ogni forma di collettivismo o dettato imposto dal bene comune.

In questa crisi sanitaria e politica in rapida evoluzione, ascoltare direttamente, attraverso i social media le novità delle scoperte della comunità scientifica, è stato più importante che mai, ma sono molti i leader politici e capi di stato occidentali che non hanno prestato il giusto ascolto, causando enormi danni alla scienza. Alcuni hanno preferito come abbiamo visto il caso di Donald Trump agire direttamente, in modo arbitrario, prendendo essi stessi, sotto il proprio controllo politico, il flusso delle informazioni scientifiche e sanitarie, applicandole in modo arbitrario e personale alla società. La scienza non può essere assoggettata al potere politico-economico, la scienza è un valore democratico che appartiene ai valori fondamentali dell’individuo e della società liberale [Muraille E, 2019].

Il vaccino contro il virus Sars/Cov 2 è arrivato in tempi record – non è mai successo prima – nonostante tutte le difficoltà tecniche e biotecnologici; nel frattempo molte vite si sarebbero potute salvare se i messaggi politico-sociali sulle scoperte scientifiche fossero state corretti riguardo i pericoli e le complicanze se fossero arrivati più chiaramente ed in modo rapido e coerente alla società [Muraille E, 2022]. Tutti riconoscono che i vaccini COVID-19 sono stati sviluppati così velocemente perché una serie di settori scientifici che in passato per molto tempo non hanno ricevuto finanziamenti per la ricerca di base, si sono improvvisamente riattivati sulla spinta di indicazioni prioritarie della politica. La scienza, utile al miglioramento della condizione umana viene dal basso, muove dalle esigenze sociali ed economiche della società e deve dirigersi verso l’alto nell’osservanza ed applicazione dei valori etici e sociali universali [Hassan I, 2021].

Un altro aspetto che prepotentemente emerge è la difficoltà di interpretazione dei dati scientifici nella loro grande complessità epistemica e quindi del loro uso e abuso nelle scelte politiche nell’affrontare le emergenze pandemiche dal momento che in nome dei “dati”, si sospendono le libertà personali, si bloccano i rapporti sociali ed economici, si decidono le possibilità di sopravvivenza dei malati nel fare o non fare un trattamento farmacologico, di spendere o non spendere denari pubblici in investimenti nella ricerca. “L’evidenza scientifica” è, per la medicina, una complessa questione epistemica ancora aperta nella sua interpretazione che espone ad una primaria questione morale-giuridica e quindi politica [Pagel C. and Christian A. Yates, 2021].

Questa situazione ha generato conflitti sociali e politici che ci stanno portando lentamente all’incomunicabilità e alla paralisi conoscitiva con gravi riflessi sul sistema democratico e dei valori etici [Boschele M, 2021].

In questa difficile era post-pandemica, le buone informazioni e conoscenze scientifiche, lungi dal diminuire, aumentano le libertà degli individui perché aumentano i valori della concretezza e della giusta morale nelle scelte pratiche, cioè la buona scienza è adatta a risolvere i problemi della società e della vita pratica degli individui. Pensiamo che l’uso pertinente e controllato democraticamente delle conoscenze scientifiche, aumenti la libertà degli individui nel senso che, attraverso le conoscenze scientifiche, i cittadini diventano persone meno manipolabili. Il punto di vista normativo, legislativo di stampo liberale nei contenuti di funzionamento della scienza, deve diventare un atteggiamento “libertario” come modello di organizzazione delle società occidentali, inteso come metodo pratico democratico e non come ideologia politica [Rowan Cruft S. Matthew L lao and M. Renzo,2017]. La scienza deve essere intesa come valore etico di tipo liberal-democratico in cui si combinano, nelle scelte e nelle strategie politico sociali, il rispetto della libertà della conoscenza con il rispetto dei diritti dei cittadini. Le conoscenze scientifiche debbono, quindi, migliorare le condizioni di vita degli uomini con l’obiettivo di ampliare il ventaglio delle scelte umane/sociali e rendere possibili nuovi stili di vita trasformando continuamente la vita in un campo di scelte possibili.