di Marcello Buttazzo –

Vittorio Sgarbi ha una concezione politica altamente flessibile. Cangiante continuamente come il tempo atmosferico. Fino a qualche giorno fa, era sindaco di Sutri con una maggioranza di centrodestra. Ora, è sempre sindaco, ma con una maggioranza di centrosinistra. È di fatto mutato l’assetto sostanziale e istituzionale del paese, ma lui non ha mollato la poltrona di primo cittadino. Le ideologie sono agonizzanti, ma lo spirito di conservazione prevale su tutto, anche sul buon senso. Il bel Vittorio così spiega il ribaltone: “Il mio rivale pd ora è mio vice? Amiamo la bellezza”. Tutto normale per lui. Del resto, non c’è da meravigliarsi relativamente alla “malleabilità” fluida del critico d’arte. Tanti anni fa, Sgarbi è stato liberale, poi ha fondato una Lista radicale Pannella- Sgarbi, per passare però il giorno dopo fra le maglie più remunerative di Forza Italia. Ha anche corteggiato insistentemente, ad una tornata europea, l’Udc. E di recente ha anche amoreggiato con la Lega. Alle ultime elezioni politiche è stato eletto deputato nelle fila di Forza Italia, per poi trasferirsi successivamente nel gruppo Misto. La sua cultura di critico d’arte è indubitabilmente profondissima, solidissima. Parimenti, la sua visione politica è altrettanto irrefutabilmente aeriforme, tanto da diventare evanescente, inconsistente. 

Marcello Buttazzo