di Marcello Buttazzo –

Ad Anguillara, in provincia di Padova, la sindaca leghista Alessandra Buoso e la sua prodigiosa maggioranza hanno celebrato il presidente brasiliano Jair Bolsonaro, concedendogli la cittadinanza onoraria. Ma come si fa a premiare con encomi e con devozione un presidente misogino, omofobo, che sta distruggendo a ritmo vorticoso la foresta dell’Amazzonia e sta favorendo gli smodati appetiti delle lobbies minerarie, affamando migliaia e migliaia di persone? Come si fa a omaggiare un presidente con idee malsane e smaccatamente fasciste? Un uomo delle istituzioni sconsiderato che, in un Paese (il Brasile), che piange 600 mila morti di Covid, non porta la mascherina e non si vaccina. È vero, alcuni sindaci e consiglieri di paese sono alquanto sprovveduti e scalcagnati; purtuttavia, ciò non è sufficiente per giustificare un’accoglienza ossequiosa a un politico decisamente impresentabile. Stefano Valdegamberi, consigliere leghista di Anguillara, gioioso, ha assicurato: “Ho visto il presidente piangere dall’emozione quando gli abbiamo cantato “Mamma son tanto felice””. Chissà se qualche volta, in un sussulto di resipiscenza, Bolsonaro ha anche pianto per la vergogna, dopo aver pronunciato una delle sue frasi celebri: “Meglio un figlio morto, che un figlio gay”. 

Marcello Buttazzo