di Marcello Buttazzo –

I giovani ambientalisti di “Ultima generazione” continuano a esprimere la loro protesta, seriamente e giustamente preoccupati per i destini dell’ecosistema Terra. Questi giovani, che talvolta usano metodi troppo radicali e perfino criticabili, pongono alla ribalta dei più grandi e dei potenti la gravità d’una emergenza galoppante, ormai giunta al limite di tolleranza, dovuta alla prepotente e invasiva mano antropica dell’uomo moderno.
I politici di destra, talvolta negazionisti delle alterazioni climatiche, non trovano di meglio che criminalizzare e irridere questa gioventù, che non fa altro che divulgare dati scientifici irrefutabili circa le perturbazioni dell’equilibrio chimico-fisico dell’atmosfera, a causa dell’abuso dei combustibili fossili. In questi giorni, però, è intervenuto un padre nobile della destra italiana, Gianfranco Fini, che ai vari Sangiuliano, Salvini e Meloni ha chiarito le idee: “Ci sono questi ragazzi, no? Che avranno dei modi di protestare che a volte sembrano confusi, che per certi aspetti possono apparire censurabili, ma che in ogni caso la politica ha il dovere di ascoltare, soprattutto per i temi che sottopongono alla nostra attenzione”.
Questi giovani si fanno portatori d’una disobbedienza civile alla deriva ecologista intrapresa dai governi occidentali, che non sanno accelerare su una saggia transizione ecologica e su un impiego su larga scala delle energie alternative e pulite. Ha pienamente ragione l’ex presidente della Camera Fini: meglio la protesta di questi ragazzi, che l’apatia. Certo, ogni manifestazione pacifica e non violenta deve rimanere nei meati della legge. Ma i vecchi politici, quelli che negli anni ’70 scendevano in piazza e, nella migliore delle ipotesi, si prendevano a mazzate e a sprangate, non hanno niente da insegnare a questi ragazzi.

Marcello Buttazzo