Dal Salento, piccoli tasselli di un cinquantennio
di Rocco Boccadamo –
Nel 1966, dovetti pagare Lire italiane 520.000, corrispondenti a circa Euro 240 d’oggi, per acquistare la mia prima autovettura nuova, una Fiat 500, che c’è e cammina ancora adesso (è stata rifatta solamente la verniciatura della carrozzeria).
Nel 2016, mi tocca pagare Euro 338 + ventidue centesimi (bolletta Ente Autonomo Acquedotto Pugliese), per consumo d’acqua potabile a uso domestico, relativo al periodo luglio – agosto corrente anno.
Non c’è che dire, il primo esborso, effettuato con sano orgoglio e soddisfazione a fronte dell’acquisto di un bene lungamente durevole; il secondo, addirittura d’ammontare più elevato, a fronte di un bimestre d’approvvigionamento idrico. Mah!
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Meno male che, alle 9.30 di domenica 2 ottobre 2016, Pippi ed Ettore – mmutati, ossia col vestito dei giorni di festa – si trovano già seduti a un tavolino esterno della trattoria “La Vecchia”, alle prese con un’accanita partita a carte.
Del primo, mi viene in mente il padre Teodoro, il quale, d’estate, quand’io ero ragazzo, soleva, ogni pomeriggio, prendersi il bagno nelle fresche acque dell’insenatura “Acquaviva” a più riprese, sempre restandosene immobile sulla distesa d’onde, nella posizione cosiddetta del “morto”, e col particolare aggiuntivo che, fra un’immersione e altra, seduto su uno scoglio, sgranocchiava una frisella.
Del secondo, invece, mi si affaccia specialmente la figura della sorella minore Viola, qualche anno più di me e, tuttavia, compagna e sodale di quella lontana età bella.
La scena della partita a carte fra Pippi ed Ettore si svolge quasi dirimpetto a un piccolo cortile, incuneato fra l’antica Torre d’Alfonso e l’attuale sede distaccata del Comune, al cui interno, un tempo, era domiciliato il nucleo famigliare dei compaesani soprannominati “i caura”, mentre, al presente, le abitazioni ivi insistenti sono di proprietà di gente forestiera che vi conviene di tanto in tanto, soprattutto nella stagione calda.
Rocco Boccadamo
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