i Libri di Spagine
Spagine
Edizioni Fondo Verri
a cura di Mauro Marino
Periodico di informazione culturale dell’Associazione Fondo Verri – Presidio del Libro di Lecce. Via Santa Maria del Paradiso, 8 – 73100 Lecce (Le)
Telefono 0832 – 304522 // mobile 389 – 1252739
marinomauro7@gmail.com // www.fondoverri.blogspot.com
Spagine è su: issuu.com/mmmotus – https://www.facebook.com/perspagine
Teatro
Fimmine Fimmine
Il teatro della vita. La raccolta la tessitura, il vento
a cura di Maira Marzioni, Caterina Pontrandolfo e Assunta Zecca.
Fotografie di Pina Muci e Corrado D’Elia.
[Marzo 2014]
Isbn: 978-88-909778-0-0
Il libro racconta il progetto di teatro e comunità “Fimmine Fimmine – Canti Memorie e Storie delle donne dell’Arneo” che le autrici hanno realizzato, dal mese di marzo a settembre 2013 , con un gruppo di anziane e di artiste tra i Comuni di Leverano, Copertino, Nardò, San Pancrazio, Veglie, Salice Salentino. Si è trattato di un progetto complesso pensato per restituire valore alla memoria delle donne nel racconto della storia di un territorio. Ricerca antropologica, laboratorio, comunità, teatro, paesaggio. Madri, contadine, tabacchine, tessitrici, filatrici del secolo scorso. Le loro testimonianze e i loro canti. Donne che hanno ascoltato altre donne e ne hanno fissato la memoria restituendola alla comunità attraverso il teatro, il canto, la scrittura, la fotografia.
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PPP Passione prigione pietà e/o Porca puttana Pasolini
Un omaggio a Pasolini al suo essere uomo tra gli uomini
a cura di Paola Leone – Centro Teatrale Aperto IO CI PROVO
[Marzo 2018] Isbn: 978-88-909778-7-9
PPP. Passione, prigione, pietà e/o Porca Puttana Pasolini, “che titolo straordinario!” ho pensato, leggendolo, come straordinaria e la complessità del lavoro di Paola Leone e della Compagnia Io ci Provofondata tra le mura (con incursioni fuori le mura) della Casa Circondariale di Borgo San Nicola, a Lecce. Ho avuto la fortuna di essere stato testimone di molti momenti del lavoro di Io ci Provoe costruisco questa mia introduzione al lavoro dedicato a Pier Paolo Pasolini cucendo a ritroso momenti diversi attraverso le recensioni che via via ho scritto; una scrittura sentita sempre come necessaria dopo averassistito agli spettacoli…
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False Hamlet
Opera teatrale in Fa maggiore
Liberamente ispirata a Amleto di William Shakespeare (Atto III, Scena I)
di Andrea Cramarossa
Prefazione di Paola Teresa Grassi
[Aprile 2019] – Isbn: 978-88-943475-9-3
“La frequentazione di Shakespeare — dalle tavole di un palcoscenico, s’intende, è una vera e propria ‘tecnologia del sé’. Una pratica dell’anima cha ha deciso di farsi abituazione, consapevole che il canone, — se lo si attraversa con tutti i sensi, per il tramite del respiro, dice tutto. È un po’ come andare al tempio, “andare da Shakespeare”, un atto laico, e riservato, di preghiera per il proprio sé. È in una di queste ‘visite al tempio’, che FALSE HAMLET // Opera teatrale in Fa maggiore mi è venuto incontro. L’esperienza che Andrea Cramarossa ha pensato, e cucito sui corpi di Isabella Careccia (Ofelia) e Federico Gobbi (Amleto), è certamente teatrale, ma anche intensamente poetica. Una ricerca della verità, — del “detto recondito” del canone, che fa uso di parole ponderate e ponderanti, quasi scavate con un martelletto d’archeologo, nel reale shakespeariano”. Paola Teresa Grassi
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HISTOIRE DU SOLDAT
di Charles-Ferdinand Ramuz e Igor’ Fëdorovič Stravinskij
Traduzione dal francese di Vittorino Curci
[Marzo 2020] – Isbn: 978-88-944712-8-1
Al fine di non disperdere l’aura del materiale verbale su cui Stravinskij ha costruito la partitura, ho considerato sacre, e quindi intoccabili, intraducibili, quelle parti del testo che, per ritmo e suono, interagiscono direttamente con la musica. Le parti in francese in neretto hanno quindi attacchi precisi e seguono il ritmo musicale. Quelle invece, in francese o in italiano, sempre in neretto ma tra parentesi quadre, sono ad libitum.
Ho omesso inoltre il nome del Soldato (Joseph) per rendere attraverso di lui omaggio a tutti i soldati, di qualsiasi nazionalità, coinvolti nella Prima guerra mondiale (tra cui i miei due nonni). Questa versione, eseguita su commissione del compositore e direttore d’orchestra Patrizio Esposito, è adattata per una sola voce recitante. Vittorino Curci – Noci, marzo-maggio 1918
Scritture
La voce e il racconto di sé
AA.VV., Scritture dalla Casa Circondariale di Borgo San Nicola e dal Ser.T di Lecce e San Cesario. Illustrazioni di Massimo Pasca.
[Giugno 2015] – Isbn: 978-88-909778-1-7
Il libro è frutto di un percorso laboratoriale che, da settembre 2014 a febbraio 2015, ha coinvolto utenti ed operatori del Servizio per le Tossicodipendenze della Asl di Lecce. I laboratori condotti dagli operatori del Fondo Verri hanno avuto luogo nella casa Circondariale di Borgo San Nicola e nei Ser.T di Lecce e San Cesario. Incontri intensi dove la parola s’è fatta strumento di chiarimento e di speranza. Una “parola destino” nel suo trovare futuro dove pare futuro non possa esserci. Parola che s’è fatta scrittura, pagina, libro. Un libro di storie. Pagine che portano “riscatti”. Conquiste! Le parole scritte servono a questo. Fanno sedimento, humus al prossimo seme. Donano chiarezza dove prima regnava la confusione e il non detto ruggiva nel confronto con il sé e con la paura. Quelle che abbiamo ascoltato e raccolto sono storie, vite spesso eroiche nel loro resistere, nel loro dover trovare soluzioni, risposte. Storie rimaste a lungo senza declinazione se non quella giudiziaria o medica. Il progetto “La Voce e il racconto di sé” si è svolto nell’ambito del Progetto “Comunità Terapeutiche Diurne” coordinato per il Dipartimento Dipendenze Patologiche della Asl di Lecce dalla dottoressa Maria Grazia Sanarica.
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Elio
di Gianni Ferraris
[Gennaio 2016] – Isbn: 978-88-909778-3-1
Elio è un libro lettera. L’autore impiegherà 30 anni a scriverla, perché il passato rimane cullato nella memoria. Elio e Gianni, fratelli e militanti in Lotta Continua negli anni ’70, si divisero per i casi della vita e per la scelta del primo di andarsene a cercare altrove uno sbocco alla voglia di “cambiare il mondo”, in Brasile. Poi si spostò, come reporter di un periodico di San Paulo, in Nicaragua dove i Sandinisti avevano appena preso il potere e lavorò con il nuovo governo per provare a costruire lo Stato ideale. Però il richiamo di altre rivoluzioni era imcombente e lo spinse ad andare in Salvador arruolandosi nella guerriglia. Da allora si persero le tracce ed arrivò dopo molti anni una lettera anonima che ne diceva la morte “combattendo in appoggio al FLMN salvadoregno”. La vita di Gianni prese percorsi diversi e lo portò in Salento dove tuttora vive, in quelle terre ha trovato finalmente la forza di scrivere questa lunga lettera che racconta della loro vita in Piemonte, a Solero, poi la Molfetta di Elio come “funzionario” di Lotta Continua, e il Salento che ha imparato. Il racconto è costellato di storie piemontessi, salentine, italiane, racconti di vita ed affreschi di vite. Non è un libro sul ’68, piuttosto sul disincanto e sulla forza dei ricordi che rimangono nascosti per lungo tempo in angoli oscuri della memoria per tornare prepotenti, a volte inattesi, con tutta la forza del rimpianto e della nostalgia. La stessa saudaji che colpisce i migranti di ogni tempo.
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Anita, detta Nnita
Lettere ai giornali e appunti di viaggio di Rocco Boccadamo
[Dicembre 2015] – Isbn: 978-88-909778-6-2
Rocco Boccadamo, raccoglie nel volume quarantasei racconti, scritti tra l’ottobre del 2013 e il giugno 2015, con la finalità di dare spazio a paesi e figure del Salento di un tempo, quasi un viaggio interiore di esperienze che sempre si rigenerano. L’humus contenutistico della raccolta affonda saldamente le radici nell’esperienza giornalistica ormai decennale dell’autore, costellata anche, da qualche tempo, da prestigiosi riconoscimenti in campo scrittorio ed editoriale. È sempre il sottotitolo dell’opera, Lettere ai giornali e appunti viaggi, a fornire al lettore l’indicazione dell’orientamento di Boccadamo in un campo di scrittura a lui ormai congeniale: il giornale e il viaggio, le lettere e gli appunti.
Di Rocco Boccadamo, Spagine ha pubblicato:
A Castro con il cuore – Omaggio alla perla del Salento, luogo dell’anima [2016]
E nella serie “Lettere ai giornali e appunti di viaggi”:
Luca e il bancario [Dicembre 2016]
Zia Valeria [Dicembre 2019]
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Edoardo possente come un vichingo, dolce come un bambino
di Maurizio Nocera
[Agosto 2017]
Isbn: 978-88-909778-8-6
Pamphlet realizzato da Spagine edizioni Fondo Verri nell’ambito delle iniziative di “Inseguimento – Sulle strade di Edoardo” attività collaterale della mostra “Edoardo De Candia – Amo.Odio.Oro” (10 luglio – 30 novembre 2017) a cura di Lorenzo Madaro e Brizia Minerva per l’allestimento di Bigsur immagini e visioni nelle Sale del Complesso Museale di San Francesco della Scarpa a Lecce promossa da Regione Puglia Assessorato all’Industria turistica e culturale con il Teatro Pubblico Pugliese, la Provincia di Lecce con l’Istituto di Culture Mediterranee e il Museo S. Castromediano di Lecce. “Nell’agosto 1992, dal letto dell’ospedale “Vito Fazzi” di Lecce, Edoardo De Candia spiccava il suo ultimo volo fatale verso un cielo sereno d’un’estate assolutamente indimenticabile. Io e Antonio L. Verri, fino alla fine dei suoi giorni, rimanemmo attaccati al suo letto di sofferenza, nella speranza di vederlo riprendersi. Qualcuno di noi donò persino il sangue affinché i medici tentassero di ridargli ancora un po’ di vita. Non ci fu nulla da fare. Per Edoardo era arrivata l’ultima ora. Mestamente lo vegliammo nella linda camera mortuaria dell’ospedale, poi, ancora più tristemente, lo accompagnammo al camposanto, lì, alle spalle di San Niccolò e Cataldo, che fu chiesa di Tancredi d’Altavilla. Lungo il percorso, nessuno di noi profferì parola. Non c’era nulla da dire”.
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La favola dei fichi parlanti
di Maurizio Nocera
[Dicembre 2017]
“Nel mio antico paese c’è un luogo della memoria che non si cancella più dalla mente, le Tagliate (tajate in dialetto), grandi cave di tufo a cielo aperto, nei cui pressi esiste una delle meraviglie del nostro pianeta: la Grotta delle Veneri. Ero ancora un ragazzo quando archeologi famosi tirarono su dalla terra rimasta vergine per millenni i tesori in essa conservati: le due Veneri paleolitiche. La mia memoria è legata a quel luogo non solo perché in quella grotta gli archeologi permisero anche a me di trasportare all’esterno un po’ di terra, ma perché lì, tra la Masseria vecchia, il Casino dei monaci e la Discesa agricola ci sono le mie radici. È un luogo magico, incantato, fatato. Un motivo, per me sicuramente ancestrale: mia madre mi confessò che lì, nella Tagliata, mi aveva concepito un inizio d’estate di tanto tempo fa. Sarà forse per questo, forse anche per altro, che sono rimasto ad esso legato. In questo straordinario luogo della memoria, mia nonna mi ha pure cresciuto, forse un po’ come un gufo di alta parete di cava. Lì, nella grande Tagliata, finché c’è stata la necessità, ha vissuto tutte le buone stagioni d’ogni anno la mia famiglia”.
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La magia nel Salento
di Gianfranco Mele e Maurizio Nocera
[Luglio 2018]
Isbn: 978-88-943475-6-2
Il comune denominatore di questa raccolta di saggi e articoli di Gianfranco Mele e Maurizio Nocera è la magia nella società contadina del Salento, con particolare attenzione alle erbe psicoattive come strumenti dai molteplici impieghi: curativi, finalizzati a procurare – ma anche a sciogliere – malefici e incantesimi, mezzi per ottenere esperienze non ordinarie degli stati di coscienza (come voli, visioni, uditazioni, rivelazioni), rimedi afrodisiaci. Attraverso un riesame delle deposizioni presso il Tribunale del Santo Officio di Oria (Fondo Sortilegi e Stregonerie) si indaga intorno alle erbe impiegate da masciari e masciare per ottenere pozioni e legamenti d’amore, alterazioni degli stati di coscienza, venefici, o anche semplicemente rimedi a malattie, o a posseduti da spiriti maligni. Poiché nelle deposizioni non vengono citate le composizioni di polveri, unguenti e misture varie, e poiché vi sono soltanto rari e rapidi accenni ai nomi delle piante usate, si è prestata attenzione agli effetti di incantesimi, esperienze visionarie, malefici e medicamenti descritti, per poter risalire alle erbe utilizzate, anche attraverso un’operazione di ri6 cognizione delle piante presenti nella flora spontanea locale il cui effetto farmacologico coincide con le esperienze analizzate, comparando al tempo stesso tali risultati con la ricerca antropologica, farmacologica ed etnobotanica in tema di erbe impiegate nella stregoneria italiana ed europea.
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Gli anni ribelli. I movimenti dal ’68 al ’77 a Lecce
di Silverio Tomeo
[Ottobre 2018 – Dicembre 2018]
Isbn: 978-88-943475-3-1
“Silverio Tomeo dà alle stampe il risultato di una ricerca annosa e complessa. Si tratta di un lavoro importante: al lettore viene consegnata una ricostruzione dei movimenti sociali e politici di sinistra negli anni ’70 a Lecce e in Basso Salento, che appare la più organica e completa finora pubblicata. Tomeo ha messo insieme, come egli stesso dichiara, la memoria e la storia; due approcci e due metodi di racconto diversi, che debbono restare distinti, ma che non di rado, nell’attività di ricostruzione storica, convivono: ciò accade ogni volta che lo storico ha avuto la ventura di essere pure attore, protagonista, testimone delle res gestae che si propone di indagare e narrare. D’altra parte, molto spesso chi studia la storia recente è spinto dalla volontà di dare ordine e spiegazione, dopo un lasso di tempo, a un tratto di esperienza da lui vissuta di persona in profondità o anche soltanto tangenzialmente e per un breve momento. Ma se il movente del viaggio conoscitivo risiede almeno in parte nel desiderio di comprendere razionalmente lo svolgimento e il senso di un processo storico che ha personalmente coinvoltolo studioso – e perfino nel desiderio di riviverlo in modo diverso e più completo – il metodo di lavoro di Silverio prende le debite distanze dai ricordi soggettivi. (…)” Dalla Prefazione di Pasquale Martino.
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Quel che resta del bello
Il Manifesto del Demolitore e altre tattiche
di Silvana Kühtz e Chiara Rizzi
con i contributi di Sara Alavi, Massimo Bray, Susanna Crociani, Annalisa Losacco, Mauro Marino, Consuelo Nava, Marco Peri, Mosè Ricci, Enrica Simonetti, Andrea Ucini.
[Marzo 2019] – Isbn: 978-88-943475-5-5
The Remains of the Beauty
The Demolishers Manifesto and more Strategies
[Giugno 2019] Isbn: 978-88-943475-7-9
L’Italia vanta una lunga tradizione normativa in materia di tutela dei beni culturali, il che spiega anche l’eccezionale abbondanza di patrimonio storico e artistico conservatosi nel tempo. La parte più fragile del patrimonio culturale, il territorio, è invece esposto alle pressioni dell’attività edilizia spesso non pianificata, incontrollata e aggressiva. Questa ricerca indaga la possibilità di sviluppare uno strumento multidisciplinare per demolire edifici brutti e sbarazzarsi di ciò che è inospitale, poco attraente, che crea disvalore e costituisce un peso per la società.
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Fine terra Una favola per i nostri giorni
di Aldo Quarta
[Maggio 2019] – Isbn: 978-88-944712-0-5
C’è un luogo nel Salento che suscita un fascino particolare. Si trova a Barbarano, frazione di Morciano, poco distante dalla “fine della terra”, come viene chiamato il Capo di Leuca. In tempi remoti è stato luogo di transito ma anche di attesa per tanti penitenti in cammino verso la Cattedrale Santa Maria “de finibus terrae”. Oggi sono proprio qui e come uno dei tanti penitenti sono seduto di fronte alla chiesa di Santa Maria di Leuca del Belvedere, a Barbarano. Manca poco a mezzogiorno e ho deciso di prendere fiato, dopo avere percorso i sotterranei scavati dall’uomo in tempi remoti. (…) Ho lasciato il Salento quando avevo vent’anni, prima per gli studi universitari e poi per ragioni familiari e professionali. In gioventù era tutto più bello! Ricordo come ai piedi del faro di Leuca, d’estate, passavamo intere giornate con gli amici. Godevamo di quel silenzio che sembrava tenerci abbracciati e riuscivamo persino ad ascoltare in lontananza le grida degli antichi Greci e dei Saraceni in cerca di un facile approdo. Si trattava di voci provenienti dal mare, appena percettibili, che finivano con l’infrangersi sulle rocce, perdendosi nelle grotte misteriose nei pressi del faro.
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Il giardino della spora quiescente
di Norman Mommens
Introduzione di Ada Martella
[Giugno 2019]
Norman Mommens ha scritto e impaginato in fascicolo Il Giardino della Spora Quiescente agli inizi degli anni ’90, donandolo agli amici che frequentavano la masseria Spigolizzi.
Sempre negli stessi anni ha dato forma al Giardino nel campo della masseria, intorno alla grande scultura in marmo Il Pazzo collocata sul limitare dell’aia, piantando e seminando ortaggi alberi e fiori che seguivano le curve del disegno della Spora Quiescente. Viene ora pubblicato in 300 copie – per gentile concessione di Nick Gray, erede di Norman Mommens – in occasione della mostra Norman Mommens l’Archivio Disvelato (Convento degli Angeli Presicce – giugno 2019), a cura di Ada Martella, promossa dall’Associazione Noùs in collaborazione con le associazioni Aritè, Archès, Big Sur, Officina Visioni, Festa Cinema del reale, Lua, Parco Paduli, Fondo Verri, Via Vai, con il patrocinio di: Accademia di Belle Arti di Lecce, Comune di Presicce, Comune di Salve, Comune di Acquarica del Capo. Ada Martella
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Cartoline dal Salento
di Gianni Ferraris
Note di lettura di Fernanda Franchini, Diego A. Dantes e Mauro Marino
[Dicembre 2019]
Pensieri e parole in libertà, Cartoline dal Salento. Questi i titoli che potrebbero definire i bozzetti di Gianni Ferraris apparsi, un po’ di anni fa, su il Paese Nuovo di Lecce, ed. cartacea, su Fondazione Terra D’Otranto (www.fondazioneterradotranto.it) e sulla pagina on line di Città Futura di Alessandria (www.cittafutura.al.it), un’esperienza che gli ha permesso di mettere radici nel Salento e, al contempo, di mantenere i contatti con Solero (Alessandria), sua città di origine. (…) Gli occhi che guardano sono, spesso, quelli del “forestiero” che vede per la prima volta, e nota come diverso, ciò che per i “nativi” è usuale, e quindi poco visibile, cogliendo, dagli incontri e dalle esperienze che fa e dai discorsi che ascolta, l’essenza, la curiosità, l’analogia e restituendo alle esperienze, agli incontri, ai discorsi qualcosa in più: una vivacità o una particolarità che parevano non avere. Alla fine risulta il diario di chi, arrivato in Salento, si confronta con una realtà nuova, a volte inaspettata, con un tempo lungo a disposizione, con incertezze, dubbi, perplessità che non fanno dormire, ma che vengono esorcizzate con la scrittura. Una scrittura che fissa ogni cosa e la rende vivida, richiamando immagini recenti e passate, con rimandi continui e citazioni che emergono improvvise.
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Verriana
La cultura dei Tao
di Antonio L. VerriAudiolibro – Introduzione di Eugenio Imbriani. Voci: Angela De Gaetano, Simone Giorgino, Simone Franco, Piero Rapanà, il canto di Alessia Tondo e i suoni di Valerio Daniele. La cura editoriale è di Mauro Marino, il progetto grafico di Valentina Sansò
[Novembre 2014] – Isbn: 978-88-909778-2-4
“La Cultura dei Tao” – il testo che Spagine – Edizioni Fondo Verri ripropone come audio-libro – è stato pubblicato la prima volta nel maggio del 1986, ad introduzione del catalogo della mostra fotografica itinerante “La cultura contadina”. L’iniziativa fu promossa dalla Scuola Media II° nucleo del Distretto Scolastico n°42 di Maglie (presidente il professor Giuseppe Chiri) e dalla Regione Puglia – Assessorato alla Pubblica Istruzione. In una nota del catalogo i curatori si ringraziano il signor Giuseppe Bernardi che mise a disposizione, per le fotografie, il materiale del Museo della Civiltà Contadina di Tuglie. Coordinatore del progetto fu Pino Refolo, le foto furono realizzate da Yellow Serigrafia di Maglie, la stampa fu a cura della Litografia Graphosette s.r.l. di Taviano. La cultura dei Tao è un testo fondante per chi vuole conoscere la materia visionaria della scrittura di Antonio L. Verri, nato a Caprarica di Lecce il 22 febbraio 1949. Il 9 maggio del 1993, un incidente stradale lo tolse alla vita e alla sua famiglia e ai suoi tanti sodali, divenuti orfani del “Naviglio” che tutto poteva contenere. Lo tolse alla Madre – la Mar – celebrata nella Cultura dei Tao – nell’incessante dialogo che fa la terra culla del “cercare”… La riedizione del prezioso testo muove dall’intento di tenere viva l’attenzione su Antonio Leonardo Verri, sulla sua straordinaria e tragica vicenda umana e soprattutto sulle sue “parole”.
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Journal
di Antonio L. Verri, , a cura di Maurizio Nocera e Mauro Marino (2016)[Maggio 2016]
“ L. Verri: «Maurizio, promettimi che non pubblicherai mai questo mio journal».Caro Antonio, promessa non mantenuta. Ma tu già mi conosci molto bene. Sono lo zallo salentino che ti è venuto dietro per anni a correre sui grandi massi delle mura delle antiche città messapiche a fare insieme (almeno così abbiamo creduto) poesia e letteratura. Ma ti giuro sul bene che mi è più caro, non pubblico il tuo «Journal» per mio preciso desiderio, lo faccio solo perché si continuano a dire tante cose di te, che ormai non sopporto più e che voglio che almeno una volta tanto sia tu a parlare e a farti leggere per come hai inteso le cose di questa nostra amata (“amara” ha cantato Mimmo Modugno) terra. Intanto però ti chiedo perdono per questo nuovo e credo ultimo affronto che ti faccio. Ciao. M.”
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Poesia
Trobar leu
poesie di Simone Giorgino
per Spagine Fondo Verri Edizioni [Gennaio 2016]
Isbn: 978-88-909778-5-5
“Trobar leu: il titolo è fuorviante. Non c’è leggerezza nelle poesie che seguono, semmai volatilità (angeli, pulviscoli, celicole). Volatile è anche la scrittura, che non è un precipitato di una mia esperienza delle cose, ma un precipitare – o meglio un vorticare: non c’è alto e basso in questa ‘mappa’ – dietro alcuni indizi di senso. La poesia non è mai sufficiente alla vita. Per questo m’interessano i progetti che non pretendono di fissarle, l’una o l’altra, in una forma stabile: ai testi conclusi, definitivi, preferisco la precarietà degli appunti, oppure l’incoerente volontà (finzionale e no) di cancellarli. Il libro raccoglie alcune poesie che non sono ancora finite, ma che forse possono ‘bastare’ e ‘funzionare’ anche così. È la storia di un taccuino e del suo proprietario, un tizio che abbozza due tre versi, cerca come può le sue ragioni, s’illude persino di trascriverle; e poi, immancabilmente, ritratta tutto e si scervella su un’ipotesi di stralcio. Infine, estenuato, dirotta tutto il suo agonismo sull’esercizio di una vocalità sempre più afona, sul brio di una ‘musica’ ormai rarefatta, volatile”.
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Congiungimento
di Ilaria Caffio
Prefazione di Flaminia Cruciani
[Marzo 2017] – Isbn: 978-88-909778-4-8
Dalla calda terra del Sud con le sue coste marine e i suoi cieli accesi, dalla sua forza mitica e magica, sgorga Congiungimento, felice opera di esordio della giovane poetessa pugliese Ilaria Caffio. Come la Signora del Labirinto, l’autrice ci conduce allo spettacolo assoluto della tragedia esistenziale, al suo dramma sacro, in un’ascesa più che discesa agli Inferi, ci precipita in un baratro che conduce inaspettatamente al cielo. Articolata in quattro parti coerenti e strutturate, già dal titolo questa silloge annuncia il suo telos: il convergere delle antitesi, il Congiungimento degli opposti. Ci vengono continuamente offerte le dicotomie palpitanti eternità/tempo, dentro/fuori, alto/basso, polarità centrali di questa poetica visionaria e autentica che in alcuni momenti ricorda la tensione incandescente dei versi di Patrizia Vicinelli. (…)
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La ferita e l’obbedienza
di Vittorino Curci
[Novembre 2017] – Isbn: 978-88-909778-9-3
“Credo che da sempre il principale compito affidato al poeta sia quello di liberare le parole per rigenerare il linguaggio. In questo nostro tempo però il poeta si fa carico anche di un altro compito non meno importante: quello di verificare se siamo ancora vivi” Vittorino Curci
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Quel che resta del bello
What remains of the beauty
Piccole prose di Silvana Kühtz
[Marzo 2018 – Giugno 2019] – Isbn: 978-88-909778-6-2
Mi piace pensare che queste piccole prose di Silvana Kühtz siano nate camminando o viaggiando in macchina traversando il paesaggio o affacciata alla finestra interrogandosi su “ciò che resta del bello”. Il pensiero è folgore. Pensiero e ripensamento fanno frecce, scrivere è tenere libera la testa, muoverla alla consegna, all’altro, nella necessaria interrogazione. Fili di natura si intrecciano, fanno fronda all’incanto, resuscitano ciò che pare normale, consueto, scontato in un moto di presenza, di militanza. “Ascolta. Ascolto” scrive, in un tempo che “passa e spaura” e che chiama i sensibili alla presenza, anche quando sconsola e ci lascia fermi, “dietro un paravento di illusioni”. Esserci, solo quello, stare vivi, in un nido accogliente, grande quanto grande è il mondo, a custodire le parole. Mauro Marino
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CHORA
di Ilaria Caffio – Flaminia Cruciani
Prefazione di Carlo Pasi
[Marzo 2018] – Isbn: 978-88-943475-0-0
Più che un’apparizione, il poemetto incrociato a due voci richiama il volteggiare sinuoso, insinuante, di una Visitazione. Come nella decostruzione del dipinto del Pontormo operata da Bill Viola in The Greeting, c’è una terza figura ad apparire oltre le due gestanti, la vergine Maria e S. Elisabetta. Sospinta dall’onda luminosa, sommessa sussurra: “Can you help me? I need to speak to you right now” (Mi puoi aiutare? Ho bisogno di parlarti subito). E la figura è il “terzo genere”, chiede aiuto ed interroga. La figura inattesa è quella del lettore. È infatti la sua voce, la piega del suo sguardo a implorare un ascolto. I ruoli sembrano rovesciati, ora è chi legge a modulare l’incanto. Lo scenario vacilla, tremula come la morbidezza musicale dei colori. Quasi in un campo quantico, lo spazio-tempo viene squilibrato. I quarantacinque secondi dell’incontro sono dilatati fino ai dieci minuti della proiezione che indugia, rallentando, nei particolari. Le azioni-mutazioni delle donne oscillano smorzate nell’indecisione degli intenti. Il senso esclusivo dell’evento resta sospeso. Si scivola nella fluttuazione di domande che non trovano risposte. Carlo Pasi
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Note sull’arte poetica (Primo quaderno)
di Vittorino Curci
[Giugno 2018] – Isbn: 978-88-943475-2-4
Nota n°2: “William Faulkner affidò alla “Paris Review” questa confessione: “Io sono un poeta fallito. Forse ogni romanziere attraversa un momento iniziale in cui vuole scrivere poesie, poi scopre che non è in grado di farlo e allora prova con i racconti, che dopo la poesia sono il genere più impegnativo. E solo allora, dopo aver fallito anche in quello, prova con i romanzi”.
Nel corso degli anni ho conosciuto molti giovani e promettenti poeti che hanno abbandonato la poesia per la narrativa. Poiché tra le mie fisse c’è anche quella per cui ogni artista è oggettivamente destinato al fallimento (il successo, qui, non c’entra niente: il mondo è pieno di falliti di successo) io, per quanto mi riguarda, preferisco fallire come poeta. Mi sembra una fine più nobile”.
Note sull’arte poetica (Secondo quaderno)
[Febbraio 2020] – Isbn: 978-88-944712-6-7
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Tra l’attimo e l’infinito
di Giuseppe Fioschi
Note di lettura di Mauro Marino e Marcello Buttazzo
[Maggio 2019]
“Nel tempo, ormai lungo, trascorso con Giuseppe Fioschi – lui più che camminando la strada la “consuma” pedalando – ho avuto la conferma che la poesia e i poeti servono a scrivere la vita: la via possibile per compiere la vita. A scovare tracce, servono i poeti! A segnare lo spazio, a recuperarlo dall’oblio e dalla nostalgia. Dalle malìe di quanti dimenticano le parole, scordano la melodia e fanno finta di non sapere o chiudono gli occhi per non sentirsi responsabili. Abbiamo “imparato” che è cruda la poesia quando insegue, scrive il reale, il quotidiano e ciò che lo trascende. Ti dice in faccia, senza fronzoli ciò che è e ciò che non è. Non ha mai paura, la poesia; non ha mai paura, il poeta. È urlo, la poesia. Urto, scontro! Pura Libertà!” Mauro Marino
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Potresti essere tu
di Alessio Ursoleo
Note di lettura di Giuseppe Semeraro e Mauro Marino
[Novembre 2019]
“La poesia di Alessio non è mai esatta, svelata, non ha soluzioni né conclusioni. I suoi versi mi fanno pensare a un campo di battaglia dove sul campo restano frammenti di vita spezzata, lamenti appena udibili, pezzi strappati a brandelli e lasciati ai fuochi della notte. Come nella cieca violenza di una guerra, si sentono gli opposti combattersi, ci si sente circondati da proiettili, urla, esplosioni. Nelle sue parole sento una lotta continua e incessante, un’azione che dall’intimità tende verso il suo interlocutore senza nascondere le sue unghie consumate e resistenti. Non ci sono né cadute di retorico ottimismo né l’arrovellarsi troppo negli angoli del dolore. La partita è davanti a noi, davanti ai nostri occhi, si sta giocando nel presente senza formule o ricette ed è tutta lì nella battaglia costante per l’umano, senza vincitori né vinti. Siamo nella scintilla, nel suo eterno portare la fiamma per l’altrove, senza resa e senza bandiere bianche (…). Giuseppe Semeraro
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Canto per voce sola
di Marta Toraldo
nota introduttiva di Mauro Marino
illustrazione di copertina di Valentina D’Andrea
[Giugno 2019] – Isbn: 978-88-943475-8-6
Un corpo a corpo con il Tempo, messo lì, sovrano a governare, in un principio che non ha nome. Lo cerchiamo quel nome, quella certezza, quel chissà… Il Tempo, molestatore del senso, della conoscenza, della conseguenza culturale. Del chi siamo quando siamo. Non è per questo che è nata la Poesia, il Poeta non è colui chiamato a sfidarlo, il Tempo? Scovarlo, nella tessitura che costringe la vita, nel canone che la Storia dichiara come necessario? Il poeta è un provocatore, rompe l’incantamento delle ore, dello scorrere inesorabile dei giorni. Fa sosta, trova dove gli altri non sanno cercare. Vede dove gli altri non osano guardare. Il tempo del poeta è altro, è fatto di soffi, un suono interiore governa, detta i versi, nel continuo rinnovarsi della giovinezza, nella continua necessità di comprenderne l’impeto, di conservarla intatta allo stupore. Mauro Marino
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#PerGirolamoComi
di Giuliana Coppola e Elisa Dell’Anna
[Maggio 2019]
“(…) Quel dormente velario di fragranze / che nelle carni del suolo è disteso / dentro ogni frutto si rivela peso / di sacre e inesauribili sostanze…”. E d’un tratto ha avuto paura di diventare mortale, lui, il seme dell’immortalità. E ha pregato il suo dio. S’è ritrovato nella terra buona, perché là Stefania l’ha posato. Ora, albero giovane e forte, rende grazie al suo dio, a Stefania, alla vita, al mito, alla poesia. Il pesco è qui, dove ha inizio ogni viaggio dell’anima, dove si ritorna a ritrovare se stessi nello “spazio” che ci è caro, il giardino di Girolamo Comi a Lucugnano. Nella terra di qui…“Raffiorano gli dei colmi di miti / nella marea dei prati rifioriti / e nell’ode delle più belle membra // perché s’eterni e ridiventi terso / ogni istinto, ogni simbolo e ogni tempra / di cui è vertebrato l’universo”. Giuliana Coppola
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