Fine della convivenza civile in Medioriente e questione palestinese
Questo articolo approfondisce le tematiche trattate nel libro
IL SOGNO AVVELENATO – La violenza come evento fondativo
di Giuseppe Spedicato, I Quaderni del Bardo Edizioni, 2025
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di Giuseppe Spedicato –
I tragici avvenimenti degli ultimi anni nel Medio Oriente, sommati a quelli avvenuti in periodi più lontani, non hanno, e non avranno, conseguenze solo sulla convivenza tra gli Stati ma anche all’interno degli Stati, soprattutto quando questi ospitano comunità provenienti da questa area geografica, fuggite anche a causa di guerre. Questa criticità non viene dal nulla, si è fatto davvero molto per creare un clima di diffidenza ed odio. Le società plurali del Medioriente, dove vivevano, in relativa armonia, popolazioni di differenti fedi religiose, sono scomparse o si stanno disfacendo: Palestina, Iraq, Libano, Siria ma anche Egitto.
Tutto ciò ha provocato una regressione, civile ed economica, che contribuisce a diffondere in tutto il mondo, un clima idoneo a propagare instabilità e conflitti. La convivenza civile tra le varie confessioni religiose in Medioriente, invece, poteva essere l’esempio virtuoso da proporre per favorire stabilità e pace. Si è scelto di favorire il caos e la violenza. Così è stato anche nei Balcani, dove anche qui vi era un clima di convivenza pacifica tra le varie confessioni religiose, che ora è fortemente compromesso. L’islam balcanico poteva essere un altro esempio virtuoso da proporre in tutto il mondo, ora temo non lo si possa fare, quell’islam forse non esiste più.
Oggi l’urgenza è evitare un nuovo conflitto mondiale, ma questo pericolo non è da attribuire ad un maleficio che viene dal nulla, ma al fatto che, come si è già detto, si è lavorato molto per renderlo possibile e noi dobbiamo interrogarci sul perché stiamo facendo ben poco per favorire la cultura della pace. Ricordiamoci che nessuno è innocente in assoluto da non doversi mettere in discussione, nemmeno le vittime, se non si ribellano[1].
Tutto ciò non ha potuto non avere conseguenze anche In Palestina, dove sono presenti poteri che, coscientemente, operano per far sì che la questione palestinese non trovi soluzione. Sono inoltre riusciti a far nascere, in una società che era in gran parte laica, una opposizione islamica che non cessa non solo di crescere, ma anche di radicalizzarsi. Così facendo si hanno argomenti per impedire la nascita dello Stato palestinese: questo non può nascere perché sarebbe sotto il controllo di hamas, definita (cito wikipedia) organizzazione politica e militare palestinese islamista, sunnita e fondamentalista.
Si canalizza così la tragedia palestinese verso un terreno dogmatico, ossia verso un percorso che si ritiene fallimentare. In buona sostanza, si cerca di allontanare il percorso della società palestinese da quello avviato con Yasser Arafat, avviandolo verso un percorso già sperimentato con altri paesi arabi a partire dalla fine della colonizzazione, finalizzato a impedire a questi paesi la ricerca di altri orizzonti intellettuali.
Questi paesi stavano tentando di darsi degli Stati moderni, per lo più ispirati all’ideologia socialista terzomondista, desideravano avere una produzione industriale nazionale orientata a soddisfare le necessità dei loro cittadini e quindi ridurre le importazioni. Ben presto però questi paesi caddero sotto il controllo del Fondo Monetario Internazionale e della Banca Mondiale: programmi di aggiustamento strutturale, privatizzazioni, riduzione dei servizi pubblici (compresi sanità e scuola), nessun dazio doganale. Tutto ciò che si era faticosamente tentato di creare venne cancellato ed aumentò la povertà, la disoccupazione e l’emigrazione. A molti di questi paesi non restò che produrre merci, a basso costo e ad alto sfruttamento dei lavoratori, da destinare all’esportazione. Per mettere in crisi questi stati ed allontanarli dal percorso scelto, quello ispirato dall’ideologia socialista terzomondista, si fece di tutto anche il far crescere l’opposizione religiosa oscurantista e violenta, ossia incanalare il destino di questi paesi verso un percorso dogmatico e fallimentare.
Ora sembra che il percorso di questi paesi stia cambiando e si nota una forte presa di distanze dall’Occidente ed una collaborazione con Cina e Russia.
Giuseppe Spedicato
[1] Rita El Khayat, Lo schiaffo, 2024.
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