di Antonio Stanca –

Quest’anno, nella collana “Arya” di Giunti Editore, è comparsa la prima edizione di Storia di amore e di rabbia di Andrea Maggi. Fa parte della serie dei libri per ragazzi scritti dal Maggi e alternati con romanzi, saggi, e-book, instant-book e altra produzione. Di un autore poliedrico si può dire di lui, variamente e ampiamente impegnato come del resto succede ormai per molti altri.

È nato a Pordenone nel 1974, si è laureato in Lettere a Trieste nel 1999 e sua prima attività è stata quella dell’insegnante. Aveva pure iniziato a scrivere per qualche giornale e nel 2010 era risultato tra i finalisti in un concorso letterario. Vi aveva partecipato con l’e-book Apollofane e il reduce di guerra. D’allora l’attività letteraria lo avrebbe preso al punto da muoverlo verso una produzione sempre più vasta. Nel 2017 compare in televisione per il docu-reality Il collegio: fa il professore di Lettere e si distingue in modo tale da diventare molto popolare. Anche sui social si procura una presenza molto attiva e viene seguito specie dai giovani. Verso di loro sembra particolarmente disposto il Maggi, delle loro condizioni, dei loro problemi, dei loro rapporti, delle loro amicizie, dei loro amori, delle loro famiglie, delle loro scuole vuole parlare. Nel loro vissuto vuole entrare, di esso vuole scrivere. Diversa solo nella forma è, quindi, la sua produzione ché motivo ricorrente è quello della vita dei ragazzi, dai più giovani ai più adulti. Cambia l’espressione in Maggi ma il tema si ripete. È diventato famoso per questo, premiati sono stati i suoi libri e tradotti soprattutto in Spagna e nell’America Latina. Anche Storia di amore e di rabbia è stato premiato: a ottobre di quest’anno ha vinto il Premio di Letteratura Città di Como- Sezione Bambini e Ragazzi. Si dice di ragazzi anche qui ma come sempre in Maggi non si rimane limitati alle loro vicende, li si fa diventare esempi, simboli di una maniera, di una vita che a tutti serve sapere, per tutti vale. A suscitare l’interesse dei lettori viene inoltre l’attualità degli argomenti trattati. Scrivere di ragazzi, di famiglie, di scuole, significa scrivere della vita d’oggi, partecipare di quanto si pensa, si vede, si dice, si sente, si fa, inserirsi nel movimento che si verifica. Maggi si fa notare anche per questo, non si allontana dalla realtà, non si rifugia in un passato libero da pericoli ma tra questi si immette, interviene.

In Storia di amore e di rabbia narra dell’amore sorto nella scuola di una città del Friuli-Venezia Giulia, Portononcello, tra due ragazzi della stessa classe, il senegalese Ibra e l’italiana Aurora. La loro diventerà una storia lunga, dalla scuola si sposterà nelle famiglie, nella società, nella vita del posto. I ragazzi si scopriranno imparentati con i capi delle due bande di giovani che si contendono il dominio del territorio, lo spaccio della droga ed altre clandestinità. Oltre ad “amore” ci sarà anche “rabbia” nel libro e tanta da diventare violenza, scontro tra Ibra, cugino del capobanda africano, e Valon, capo della banda albanese e fratello di Aurora. Ibra non avrà paura delle tante intimidazioni, combatterà, lotterà anche fisicamente, metterà a rischio la vita e la promettente carriera di calciatore. Tutto farà pur di restare vicino ad Aurora, pur di amarla. Anche lei soffrirà per i divieti del fratello ma non rinuncerà al rapporto con Ibra. L’amore supererà ogni ostacolo, ogni differenza. Erano di diversa nazionalità, di diversa condizione famigliare, economica, sociale, si erano trovati involontariamente coinvolti nella guerra tra bande rivali ma erano innamorati e questo aveva annullato ogni problema.

Ampia, estesa è stata la narrazione della loro vicenda, tutto quanto era avvenuto tra loro e intorno a loro ha fatto vedere Maggi, nessun particolare ha trascurato. Una storia di vita è stata la sua, di vita moderna, di vita buona e cattiva, individuale e sociale, una storia completa tra tante sue altre. Come quelle anche questa ha voluto Maggi proporre all’attenzione generale. Divulgare, far sapere quanto succede oggi tra i giovani, come stanno, cosa fanno tra loro e con gli altri, sembra sia il suo compito. Un compito piuttosto arduo ma uno dei più urgenti dati i tempi che corrono e gli aspetti che hanno assunto. Il professore, l’educatore è ormai l’osservatore di fenomeni sociali, il loro scrittore. E tanto vicino, tanto vero si è rivelato da diventare famoso in breve tempo, da far pensare che si fosse in attesa di una figura simile.

Antonio Stanca