di Marcello Buttazzo –

A volte, sorge l’aurora e la speranza diventa palpabile. Su una motovedetta della Capitaneria di porto è nata, nel mare nostro, la piccola Fatima.  La mamma, una giovane donna proveniente dalla Costa d’Avorio, si trovava a bordo d’un fatiscente barchino insieme a decine di altre persone. Mamma e piccolina sono state trasferite in elisoccorso all’ospedale di Agrigento. Una notizia bella, entusiasmante, che apre i cuori; epperò, non ci deve far dimenticare le vistose zone d’ombra e le manchevolezze soprattutto delle istituzioni europee sulle grandi questioni immigratorie. L’Europa è una potenza burocratica e bancaria, ma è un nano politico, senza alcuna politica estera, con un’endemica incapacità di regolare con morbida disciplina gli inevitabili flussi dei migranti. Fatima ha avuto la fortuna di nascere, di vedere il sole. Ma solo qualche giorno fa, la piccola Rokia, anche lei proveniente dalla Costa d’Avorio con la sua mamma, ha trovato la morte in un utero di mare a poche miglia da Lampedusa, dopo un tragico naufragio. L’Europa non enfatizza mai questi drammi enormi, che macchiano le coscienze di tutti. Oliviero Forti, responsabile dell’ufficio immigrazione di Caritas italiana, è stato giustamente duro: “Siamo arrivati all’assurdità di accettare con indifferenza le morti dei bambini in mare, come fosse normale”. Ogni vita persa, in mare e in terra, è un insulto al cielo, un oltraggio all’esistente. Anche l’Italia governativa deve stare molto attenta a non cedere a politiche aspramente securitarie e di chiusura. È lungimirante che il governo Meloni voglia prendere decisioni apertamente restrittive nei confronti delle navi Ong, che salvano vite umane in mare? Personalmente, ritengo che i provvedimenti d’accoglienza e umanità debbano prevalere sempre. Pertanto benvenute siano le parole di Oliviero Forti: “L’invito che facciamo è tenere sempre presente che sulle attività di soccorso in mare succedono molti drammi di questo tipo, per questo andrebbero sostenute e incoraggiate, prevedendo porti di sbarco affinchè chi si trova in quelle condizioni possa essere assistito”. 

Marcello Buttazzo