di Marcello Buttazzo –

In una società opulenta, avvezza alla triste filosofia dell’usa e getta, può capitare, talvolta, che alcune persone debbano patire sofferenze e ingiustizie. A Monza, un senzatetto di 38 anni, stanco di vivere al freddo e per strada, fra espedienti e piccoli reati, è stato costretto a inscenare una finta rapina per passare il Natale in carcere. L’uomo, che aveva precedenti per droga e per furti, giorni fa, s’è presentato con un taglierino a cui aveva tolto preventivamente la lama (quindi, in sostanza, con un giocattolo con il quale non poteva fare del male) in un negozio, situato difronte alla caserma dei Carabinieri. Lui ha subito chiesto al titolare di chiamare i militari. E così, l’uomo ha ottenuto la possibilità di dormire in un letto decente. Difatti, è accusato di tentata rapina e si trova nel carcere di Monza. Una vicenda dolorosa, che evidenzia palesemente l’iniquo destino di chi deve viaggiare eternamente in terza, in quarta classe. Il senzatetto di 38 anni meriterebbe un più oculato e umano trattamento da parte delle istituzioni e dei servizi sociali. Non dovrebbe stare in una prigione, ma in una casa. Dovrebbe magari ambire ad avere un piccolo lavoro. È dura e travagliosa la vita di chi non ha voce e deve soggiacere ai tentacoli di questa spudorata contemporaneità.