di Marcello Buttazzo –

La vita sofferta, negletta. La vita travagliosa, lacerata. Chi vive in contrade afflitte e fugge da guerre, persecuzioni etniche, disastri ambientali, ha tutto il diritto d’essere accolto dai ricchi paesi occidentali. Noi occidentali veniamo fuori da secoli di colonialismo e sfruttamento, praticato ampiamente nelle calde terre d’Africa. E non sempre ci siamo dimostrati all’altezza d’una superiore mansione etica: la decorosa accoglienza. È bene anche precisare che i flussi degli umani sono ineludibili, avvengono da sempre. Non possono essere fermati con fantasiosi e impraticabili blocchi navali o con altre astruserie di sorta. I migranti sulle nostre coste continuano ad arrivare, a naufragare. Mercoledì 17 maggio, nell’udienza generale in piazza San Pietro, Papa Francesco è stato chiaro: “Oggi, purtroppo, i migranti muoiono perché noi li lasciamo morire nel Mediterraneo”. Un palese atto d’accusa rivolto, per l’innanzi, all’Europa incapace di munirsi di una comunitaria politica popolazionistica. Anche il nostro governo con la legge Cutro sta suscitando polemiche accese. L’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati ha evidenziato nella legge Cutro evidenti zona d’ombra e di criticità. Ci sarebbero incompatibilità con “la normativa internazionale sui rifugiati e sui diritti umani”. Ci sarebbero problemi con lo spazio di protezione garantito ai richiedenti asilo, ai rifugiati, alle persone apolidi. Soprattutto, dalla “nota tecnica” dell’Acnur, si desume che occorra più chiarezza nel sistema di accoglienza dei richiedenti protezione internazionale e relativamente alle misure relative alla gestione dell’hotspot di Lampedusa.  A rigor di logica, inoltre, non si comprende minimamente l’ostracismo del governo Meloni nei confronti delle navi Ong, che svolgono una opera meritoria. Intanto, la Geo Barents, la nave di ricerca e soccorso di Medici Senza Frontiere (Msf), sta per approdare a Brindisi con 26 disperati. Fra i passeggeri salvati dal naufragio e da un possibile annegamento anche una donna incinta e otto bambini.

Marcello Buttazzo