di Marcello Buttazzo –

Il programma elettorale del centrodestra presenta diverse zone d’ombra. Certo, in politica estera è comprensibile “la tutela dell’interesse nazionale e la difesa della Patria”. Del resto, Salvini e Meloni sono i nuovi patrioti per antonomasia, quelli dell’inconsistente “assioma” gridato: “Prima gli italiani”. Sul fronte energetico, i patrioti vorrebbero far ricorso al nucleare. Sul fisco, vorrebbero una tassa piatta, in modo da far pagare di più ai poveri e di meno ai ricchi. La leader di Fratelli d’Italia e il segretario del Carroccio non dimenticano di essere alleati con i centristi e soprattutto non rinunciano al dogma della sacralità della famiglia. Solo quella naturale ovviamente; le altre famiglie, per loro, semplicemente non esistono. Il piatto forte del programma è la difesa dei confini nazionali. È previsto il blocco degli sbarchi. Evidentemente, i patrioti non vogliono considerare che il flusso degli umani è antichissimo, e non bastano misure odiosamente restrittive per fermarlo. Sono avvezzi, i destrorsi, a dividere l’umanità in “regolare” e “irregolare”, sono ligi alla differenziazione in profughi e in “migranti economici”, sono fautori degli inumani “decreti sicurezza”, fortemente voluti dalla Lega di Salvini. Però sull’ambiente sono illuminati: si devono piantare più alberi. Che, in fondo, sono meno fastidiosi degli esseri umani.